Timide e introverse, #growingupshy è per voi

L'hashtag di Twitter #growingupshy sta raccogliendo in queste ore gli sfoghi di timidi e introversi di tutto il mondo. Ma anche qualche consiglio per vivere al meglio questo lato del proprio carattere.

La timidezza ha tante sfumature. In alcuni casi è utile, in altri è meglio cercare di superare le proprie difficoltà.


Tanti sfoghi, coperti dall'anonimato del web: l'hashtag di Twitter #growingupshy sta raccogliendo le difficoltà di timidi di ogni età e ogni parte del mondo, che raccontano una vita trascorsa sempre un passo indietro, invidiando chi ha la capacità di esporsi sempre e talvolta ricordando con rimpianto qualche occasione mancata, per colpa della propria timidezza inguaribile. Specie nell'adolescenza.

Tanta tristezza nelle parole di @malikfthorann "Sono così silenziosa che delle volte le persone si dimenticano che sono lì con loro" o di ‏@beginning "Quando sei in mezzo a persone che non conosci ti guardi in giro sperando in una via di fuga". Anche ‏@haroldsfjre spiega all'universo degli estroversi la sua fatica: "essere timide non è tenero come tanti pensano. È orribile. Vorresti fare tante cose ma ti perdi tutte le occasioni", mentre ‏@ghoultae parla dei problemi sui banchi di scuola "tutte quelle risposte giuste alle domande in classe mai dette perchè poi tutti ti avrebbero guardata" e ‏@ValeLinci della difficoltà in amore "Nessuna sa quanto è difficile anche solo avvicinarsi ad una persona per noi timidi. Pensi solo "tanto non mi vuole". Anche se la speranza arriva da ‏@alienswjft: qualcuno che i timidi li capisce, c'è "la felicità di quando trovi una persona che cerca di farti sentire a tuo agio e inserirti nella conversazione senza forzarti".

Ci sono però consigli e aiuti per i timidi di tutto il mondo. Su Psycology Today Susan Cain, autrice di un libro che elogia la timidezza, prende la palla al balzo e parla di un potere poco conosciuto: quello degli introversi. La chiama Quiet Revolution, la Rivoluzione tranquilla. Bill Gates e Barbra Streisand, ricorda, sono persone introverse. E di successo.

Certo, timidezza e introversione non sono la stessa cosa. I timidi temono i giudizi negativi, gli introversi invece non amano esporsi. Ci sono molti pregiudizi, spiega la Cain: chi parla spesso e velocemente viene considerato più sveglio di chi è più pacato, nonostante da John Milton a Arthur Schopenhauer, molti grandi intellettuali hanno avuto un approccio pacato e riflessivo alla vita. I timidi spiega l'autrice, nel corso della vita diventano spesso da timidi a introversi, una fase che di solito è legata ad una minor remissività. Essere introversi non significa restarsene per forza in un angolo: corrisponde invece ad uno stile di leadership che sa essere molto effettivo. L'importante è trovare la propria strada. E, pacatamente, farsi valere.

 
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