Plutone: missione compiuta, New Horizons ha chiamato casa

La sonda New Horizons, partita da Cape Canaveral nel 2006 è arrivata a destinazione: alle 13.49 ora italiana, dopo 5 miliardi di chilometri ha sfiorato Plutone. La chiamata a casa nella notte del 14 luglio: missione compiuta.  

Il 14 luglio 2015, dopo 9 anni e mezzo di viaggio, la sonda New Horizons ha sfiorato Plutone.


Missione compiuta: nove anni e mezzo di viaggio, quasi 5 miliardi di chilometri percorsi, fino ai confini del Sistema Solare, destinazione Plutone e le sue cinque lune Caronte, Stige, Nix, Cerbero e Idra. Era notte fonda alla Nasa quando, in perfetto orario (in Italia erano le 13.49), la sonda New Horizons ha sorvolato il Pianeta nano. L’applauso è scoppiato fragoroso in quella sala dove gli occhi erano incollati allo schermo che rimandava il silenzio di quella terra sconosciuta scoperta da vicino grazie ai miracoli della scienza. Un silenzio stampa dovuto al fatto che tutte le energie della piccola New Horizons - è grande più o meno come un pianoforte, trasporta un'antenna da 2 metri per le comunicazioni a Terra e per viaggiare più veloce ha il minimo carburante indispensabile - erano concentrate a raccogliere più informazioni possibili.    

Era il gennaio 2006 quando la sonda da 700milioni di dollari lasciò il Pianeta Terra dalla stazione di Cape Canaveral. Il 14 luglio 2015 sfrecciava a 50mila all’ora, ad appena 12.500 chilometri di distanza da Plutone, a scattare foto e raccogliere dati di uno dei pianeti più misteriosi. “Se New Horizon sorvolasse New York alla stessa altezza, nelle foto potremmo osservare ogni singolo laghetto di Central Park” ha dichiarato il capo progetto Alan Stern. 

Insomma, se l’incontro ravvicinato è riuscito, è stato breve ma intenso - appena mezz’ora -, la missione si è compiuta quando alle 2.53 (ora italiana) la sonda ha chiamato casa, la centrale operativa assicurando di essere sopravvissuta alle polveri e i detriti che circondano il Pianeta: l'impatto con uno di questi "sassolini" spaziali sarebbe potuto essere letale, ma da Cape Canaveral erano abbastanza certi che tutto sarebbe andato per il meglio.

Sono arrivate anche le prime immagini del Pianeta che hanno rivelato la presenza di montagne di recente formazione alte fino a 3.500 metri segno di un'attività vulcanica che, invece della lava, erutta ghiaccio, azoto, metano e monossido di carbonio (criovulcani) ringiovanendo la superficie del pianeta nano. Per avere l’album completo della missione, però, ci vorrà almeno un anno e mezzo. Ma si sa che il tempo nello spazio è relativo, figurarsi dopo un successo del genere.

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