Cesare Battisti si sposa in Brasile (e l'ordine di espulsione si allontana)

Lo scorso 27 giugno Cesare Battisti, l'ex terrorista condannato all'ergastolo in Italia, ha sposato in Brasile Joice Lima, la sua compagna da diversi anni. In questo modo, dicono i maligni, l'ordine di espulsione emesso il 3 marzo 2015 si allontana sempre di più.


Cesare Battisti, l'ex terrorista condannato all'ergastolo in Italia, si è sposato lo scorso 27 giugno in Brasile.


Cesare Battisti si sposa in Brasile e il tira e molla giudiziario con l’Italia si allunga. La sposa è Joice Lima, sua compagna da diversi anni, a fargli da testimone Eduardo Matarazzo Suplicy, ovvero il responsabile per i Diritti umani della città, ex senatore, avvocato nonché amico personale dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che - il 31 dicembre del 2010, ultimo giorno del suo secondo mandato - negò l'estradizione in Italia di Battisti concedendogli lo status di rifugiato politico. Una decisione che gelò i rapporti diplomatici tra i due paesi, con tanto di richiamo a Roma dell'allora ambasciatore a Brasilia Gherardo La Francesca.

Ma panta rei, tutto scorre: l'ambasciatore italiano è ritornato (ma si tratta di Raffaele Trombetta) e Battisti è di nuovo al centro della scena perché la sua cerimonia di nozze, celebrata con rito Umbanda, un culto cristiano-animista afro-brasiliano, in un camping di Cananeia, sul litorale di San Paolo il 27 giugno 2015, ha scatenato una bufera di reazioni tra chi la giudica una messa in scena per ottenere, oltre al visto permanente, anche la cittadinanza brasiliana. Tanto più che sulla testa di Battisti non pende solo la condanna italiana all'ergastolo in via definitiva per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo ma anche un ordine di espulsione disposto il 3 marzo scorso da Adverci Rates Mendes de Abreu, un giudice federale brasiliano.

Ricapitolando: Cesare Battisti era quasi riuscito a mettere un punto nella sua decennale fuga quando, protetto dallo status di rifugiato politico in Brasile, fu incastrato dai documenti falsi che vennero ritrovati in casa sua dagli inquirenti quando fu arrestato nel 2007 su richiesta dell'Italia. Ovvero un paio di passaporti contraffatti, sui quali apparivano periodicamente timbri altrettanto falsi per dimostrare, in caso di controllo, di essere un turista francese in vacanza a Rio de Janeiro. E se in passato il Brasile è stato ospitale con Battisti, in marzo il giudice Adverci Rates Mendes de Abreu ha deciso di accogliere la richiesta della Procura federale che considerava nullo l'atto di concessione del permesso di soggiorno di lavoro a Battisti, definito "uno straniero senza documenti, condannato in Italia per gravi crimini" e sollecitato il governo a verificare la possibilità di consegnarlo alle autorità di Francia o Messico. Ovvero le ultime dimore dell’ex terrorista dopo la fuga dall'Italia e prima dell'arrivo in Brasile. 

La vicenda sembrava giunta a un altro punto fermo ma queste nozze cambiano di nuovo le carte in tavola dal momento che se è vero che il visto lavorativo non può essere concesso a chi è entrato irregolarmente o ha condanne pendenti, in caso di matrimonio è tutto da riconsiderare.

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