Fendi-Colosseo quadrato: la maison dice “no” al Roma Pride
La casa d'alta moda ha diffidato l'organizzazione del Roma Pride dall'usare in maniera impropria le foto scattate davanti al Colosseo Quadrato, sede della maison. Immediata la polemica.
C’è da sperare che tutto questo rumore scatenato da Fendi contro il Roma Pride sia solo fine a se stesso. Una (cattiva) pubblicità, insomma. Al centro del dibattito una serie di foto, quelle scattate davanti al Palazzo della Civiltà del Lavoro, il palazzo littorio dell’Eur noto come Colosseo Quadrato, diventato dallo scorso ottobre il quartiere generale della maison. Una sede pagata a caro prezzo - l’affitto annuo è di 2 milioni e 800 mila euro, fino al 2028 - e restaurata da capo a piedi dopo 72 anni di abbandono. Tuttavia, pur sempre un “simbolo della città” come ha sottolineato, incredula, l’associazione Mario Mieli.
Non del tutto d’accordo sono i francesi del gruppo Lvmh proprietari della casa d’alta moda. Secondo quanto ribadito nella nota legale inviata alla sede della manifestazione in programma nella capitale il prossimo 11 giugno e di cui Asia Argento sarà la madrina, in qualità di "legittima licenziataria" dell’immagine che se ne fa, visto "l’uso improprio" che se n'è fatto, l’invito è chiaro: le locandine con lo slogan "Chi non si accontenta lotta" vanno ritirate. Punto.
Sbalordita, la risposta degli organizzatori del Pride è apparsa in una nota su Facebook alla pagina del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, per mano di Mario Colamarino: “Siamo convinti - si augura - che ci sia un equivoco di fondo. Non è possibile immaginare, infatti, che una società che sta sul mercato e che ha tra i suoi clienti anche le persone lgbt si possa sentire in alcun modo danneggiata dall’indiretto collegamento con una manifestazione per i diritti umanitari organizzata da una storica associazione che fonda il suo lavoro al servizio dei diritti civili e che in passato ha collaborato proprio con Fendi in occasione della Giornata mondiale di lotta all’Aids”.
Se a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca, l’unico commento che merita questa querelle è una citazione di Oscar Wilde: “non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli”.
Copyright foto: Facebook@Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli
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