"Genderotica": a Roma va in scena il Festival sull'ars erotica queer

"Genderotica" il Festival romano andrà in scena dal 22 al 24 maggio. Attraverso foto, video, performance e conferenze condurrà i visitatori alla scoperta della teoria queer, quella che vuole liberare gli esseri umani dalle identità di genere e dagli orientamenti sessuali.  

Il Festival "Genderotica" andrà in scena a Roma dal 22 al 24 maggio.


Donna non si nasce, si diventa” scriveva Simone de Beauvoir. Genderotica, il quarto Festival dedicato alle contaminazioni di arte queer - a Roma dal 22 al 24 maggio - mira a dimostrare quanto questa frase sia vera e quanto la società, incastrando identità, attitudini e comportamenti, non faccia che mortificare l’espressione dell’essere umano in quanto tale. 

Quelli che andranno in scena a Roma saranno tre giorni di mostra-spettacolo che con video, performance, foto e assaggi porteranno i visitatori alla scoperta dell’erotismo e della sessualità vissuti al di là degli stereotipi di genere, secondo quella teoria che rifiuta le tradizionali categorie che incastrano l'orientamento dalla notte dei tempi. Tre giorni in nome della “libertà individuale di scelta e dell’autodeterminazione sociale” coordinati dalle Eyes Wild Drag di Roma, un gruppo di performer gender drag nato nel 2012 decise a “ridisegnare un immaginario queer del femminile”. Tre giorni volti a dimostrare che il sesso e l'identità sessuale è un fatto sociale anche in camera da letto, così come davanti allo specchio, dove più che l’individuo, a dettare legge sono i riti introiettati nella vita di comunità. Niente più donna, uomo, gay, lesbica, transessuale, nero, bianco: la teoria queer vuole liberare l’umanità da quelle classificazioni che altro non sono - ne sono convinti gli esponenti - che il risultato di dinamiche sociali e che altro non servono che a cristallizzare le esperienze. 

Alla base della teoria queer ci sono anche gli studi di Teresa De Lauretis, scrittrice e accademica italiana, professore emerito di Storia della Coscienza presso l'Università della California, Santa Cruz e una laurea honoris causa in filosofia all’Università svedese di Lund nel 2005, che nel 1990 introdusse in Accademia gli studi sull’intersezionalità dei generi

Una sorta di vocazione al terzo sesso, quello neutro, che è alla base di diversi modelli educativi in Europa. Per esempio a Stoccolma, nella Svezia che all’inizio del 2014 ha approvato un elenco ufficiale di 170 nomi unisex, e dove all’asilo Egalia - che ha aperto i battenti nel 2010 -, i bambini non sono né maschi né femmine. I genitori non glielo dicono, lasciano che lo scoprano da soli: fino ad allora sono “hen”, creature neutre apostrofate con un pronome artificiale e asessuato coniato negli anni Sessanta da un giornalista. Bambini hen che giocano con giochi neutri - niente macchinine per lui e bambole per lei ma un mix per tutti - , ascoltano favole neutre - al bando principesse e supereroi - e disegnano famiglie neutre. “Trattiamo i bambini a prescindere dal sesso” spiega Lotta Rajalin, la direttrice. E ancora: “Evitiamo di usare parole come ragazzo o ragazza. Non perché sia un male ma perché secondo noi rappresentano solo stereotipi”. Una teoria che ha conquistato anche la Francia, dove nel 2010 la scuola materna Bourdarias a Saint-Ouen, alle porte di Parigi, ha chiamato una delle pedagoghe svedesi per ripetere l’esperimento di Egalia. “La lotta contro gli stereotipi sessuali - spiega Haude Constantin, la direttrice - è un processo lungo e delicato, fatto di riflessioni e piccole trasformazioni”.  

Anna Gualerzi, psichiatra psicosessuologa del Centro interdipartimentale disturbi identità di genere della Città della Salute e della Scienza di Torino, riceve tutti i giorni persone con disforie sessuali. E gli esperimenti che inseguono il sesso neutro fin dall'infanzia le piacciono parecchio: “i pazienti raccontano traumi vissuti a tre anni, quando si sentivano obbligati a vestirsi di rosa o di azzurro. Un contesto neutro aiuta i bambini a sperimentarsi spontaneamente, permettendogli di crescere secondo ciò che sentono di essere”.

Una tentazione che sta contagiando anche l’Italia e che il Festival Genderotica - ma non è l’unico visto che ogni anno a Torino va in scena Da Sodoma a Hollywood, a Milano MIX, Queer Festival Milano, a Firenze Florence Queer Festival, a Bari Queer Festival, a Napoli Omovies, a Palermo Sicilia Queer Filmfest e a Cagliari Sardinia Queer Short Film Festival - racconterà in tutte le sue declinazioni artistiche parlando di erotismo, pornografia, Fem, Trans, Sex Workers, femminismo, desiderio e, presso il cinema Palazzo, con gli incontri con Valerie Hager, Cheryl Dunye, Sunny Drake. 

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