Osama, il Pulitzer accusa la Casa Bianca: ha mentito sulla cattura
Osama Bin Laden: il giornalista premio Pulitzer, Seymour Hersh, accusa la Casa Bianca di aver mentito sulla cattura del terrorista a capo di Al Qaeda che, in realtà era già prigioniero del Pakistan dal 2006.
C’è un pizzico di Hollywood di troppo, nella versione della Casa Bianca sul blitz che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, il leader di Al Qaeda. Il giornalista americano Seymour Hersh, premio Pulitzer, scrive sulla London Review of Books che quella storia sembra inventata da Lewis Carroll, l’autore de Alice nel Paese delle meraviglie: gli americani hanno sempre sostenuto di aver rintracciato lo sceicco del terrore inseguendo i movimenti dei suoi corrieri, dipingendo scenari a metà tra l’ipertecnologia e i segugi a stelle e strisce dotati di una pervicacia alla John Wayne.
Il giornalista svela, invece, una realtà meno epica: dice anzitutto che il capo di Al Qaeda era sotto la custodia pakistana già dal 2006 e che i gradi più alti dell’intelligence d'Islamabad erano perfettamente informati di quel che sarebbe successo, quella notte del 2 maggio 2011 ad Abbottabad che cambiò la storia. Gli Stati Uniti avevano ottenuto le informazioni sulla residenza di Obama proprio da un ex 007 di Islamabad, che le aveva vendute in cambio di 25 milioni di dollari - l’ammontare della tanto discussa taglia messa sul capo di Bin Laden dagli Stati Uniti, alla faccia del portavoce della Casa Bianca che aveva assicurato che quel premio non era stato assegnato a nessuno - e della possibilità di andare a vivere a Washington.
Lo stesso Hersh, che ha raccolto le informazioni dall’ennesima barba finta pachistana (questa andata in pensione), dice anche che furono i servizi segreti del paese asiatico, e non solo l’abilità dei Navy Seals, a far sì che quando i due elicotteri Usa varcarono lo spazio aereo pachistano con il commando di uomini armati, non venisse lanciato l’allarme. Falsa sarebbe anche la storia del cadavere di Osama che, invece di essere stato gettato in mare come hanno sempre sostenuto gli States, sarebbe stato bruciato in Afghanistan.
Insomma, gli americani hanno gonfiato un po’ l’epica del racconto. E, a ben guardare, hanno anche accorciato il braccio: nel luglio del 2007 il Senato aveva votato per portare la taglia su Osama a 50 milioni di dollari. Di quel provvedimento, al momento di liquidare l’informatore pachistano, s’era persa evidentemente ogni traccia.
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