Carcere: meglio le sbarre che le mura di casa (e i litigi con la moglie)

Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, preferisco rimanere in carcere. Si sa che la realtà supera la fantasia, così capita che gli uomini agli arresti domiciliari (più spesso di quanto non s'immagini) preferiscano stare dietro le sbarre piuttosto che aggirarsi tra le quattro mura (da incubo) domestiche. 

L’ultimo in ordine di tempo un cittadino tunisino, agli arresti domiciliari a Torre del Lago per un furto del 2014 a Viareggio che, stremato dai litigi con la convivente, si è presentato ai carabinieri chiedendo di tornare in cella. La Corte di Appello di Firenze lo ha accontentato e i carabinieri l’hanno riaccompagnato alla Casa Circondariale di Lucca.

Il 1° aprile era stato un 50enne di Vercelli condannato per rapina ad evadere dai domiciliari per consegnarsi in Questura. “La mia compagna è troppo stressata e mi stressa”, aveva spiegato l’uomo, dicendosi logorato fisicamente e psicologicamente. Tanto che, riportato a casa dai Carabinieri dopo l’evasione, ha dovuto minacciare di dare di matto prima di riuscire a convincere le forze dell'ordine a riconsegnarlo al carcere di Billiemme, dove, ha detto, avrebbe potuto finalmente “rilassarsi”.

Il 16 aprile 2014, invece, era stata la convivenza forzata con il padre a convincere un giovane biellese, condannato ai domiciliari per alcuni reati contro il patrimonio, a evadere dall’appartamento dov’era recluso e autodenunciarsi con la lamentela che affligge anche i suoi colleghi: “Preferisco tornare in cella che vivere con mio padre”.