Sorridete, è la Giornata Internazionale della Felicità

Il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità e anche se su Twitter impazza l'hastag #HappinessDay gli italiani, dati alla mano, non hanno tanta voglia di sorridere.

Il 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità, una ricorrenza istituita dall'Onu nel 2012.


Il consiglio arriva direttamente dall’Onu: sorridete gente, è la Giornata Internazionale della Felicità. Istituita per ricordarci, almeno una volta l’anno, che tutti abbiamo diritto ad essere felici, la celebrazione dell’Happiness Day prevede una serie di iniziative in giro per il mondo ed è, per le istituzioni, l’occasione giusta per riflettere sulla “felicità interna lorda”. Non solo di Pil, infatti, vivono gli abitanti del mondo. 

A dirlo per primo è stato il piccolissimo paese asiatico del Buthan che, anziché guardare al reddito dei suoi abitanti, ha deciso di misurarne il grado di felicità introducendo l’indicatore GNH (Gross National Happiness). Ma vagliare il benessere degli abitanti è diventato una vera e propria moda come dimostrano i sondaggi di molte istituzioni illustri. Per esempio il World Happiness Record che, firmato dall’Onu, ha stabilito che una persona per essere felice deve prima di tutto essere in salute e poi vivere in un paese senza corruzione dove gli sia garantita la libertà di scelta. Ecco quindi che i più felici del mondo sono gli abitanti di Danimarca, Norvegia e Svizzera e si dimostrano molto contenti anche gli olandesi, al quarto posto, e gli svedesi, subito sotto. 

A guardare nello specifico alla situazione europea ci pensano i dati, relativi al 2013, proposti da Eurostat che ha domandato agli abitanti dei 28 paesi UE di esprimere un punto di vista sulla quotidiana felicità entro i loro confini nazionali. Alla domanda: “Da 0 a 10 che voto daresti alla qualità della vita nel tuo paese?” gli italiani non si sono mostrati troppo entusiasti con una media nazionale che supera di poco la sufficienza (6,7 decimi) mentre i più soddisfatti sono stati ancora danesi e norvegesi che, alla loro vita, danno un bell’8. I più infelici d’Europa sono i bulgari ma nemmeno greci e ciprioti se la passano troppo bene mentre, a livello anagrafico, pare che invecchiando si sia contenti anche perché la salute è il dato più importante nella definizione della felicità quotidiana.

Sia come sia, però, meglio mettere le difficoltà alle spalle almeno per ventiquattr'ore seguendo il consiglio dell'Onu e passando la giornata a sorridere


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