Il messico paga, James Bond cambia rotta
Secondo l'organizzazione Usa "Tex Analyst" Città del Messico avrebbe pagato 14 milioni di dollari alla produzione per mostrare in "Spectre", la nuova pellicola di James Bond, un paese meno povero e violento.
La rivelazione arriva dal sito Usa Tax Analysts (un’organizzazione non profit che fornisce informazioni fiscali sulle agenzie governative), che sarebbe venuto in possesso di migliaia di email della Sony dopo l’attacco hacker di qualche mese fa. Uno dei messaggi arriva dal presidente della Metro Goldwin Mayer (co-produttrice insieme con Sony) Jonathan Glickman. Il quale scrive ai produttori di Spectre chiedendo, tra le altre cose, di evitare di mostrare i volti dei veri agenti di polizia di Città del Messico ("troppo messicani") e di concentrare le riprese cittadine tra i grattacieli più moderni, evitando le zone povere. "Dovete fare un gran bel lavoro per guadagnare l’assegno del Messico", avrebbe concluso Glickman.
Anche la missione di Bond sarebbe stata modificata: dopo aver letto nella sceneggiatura che 007 avrebbe dovuto fermare un criminale incaricato di uccidere il presidente del distretto di Città del Messico, il governo ha preferito che si facesse riferimento a un più generico "importante leader internazionale". E alle riprese sarebbero stati aggiunti un inseguimento nel bel mezzo della parata del Dia de los Muertos (il giorno dei morti), per mostrare il Messico più tradizionale e i colori sgargianti del suo folclore, e una serie di riprese dall’alto dei grattacieli del quartiere finanziario della capitale: per far vedere al mondo che Città del Messico non è la Cenerentola delle megalopoli e ha tutti i titoli per ospitare una missione di James Bond. Un Martini come si deve si trova anche in Centro America.