Gravidanza e diabete: l'importante è arrivare preparate

Affrontare una gravidanza se si soffre di diabete non è assolutamente impossibile, basta arrivare preparate e mettere in conto una visita ogni due settimane.  

Negli ultimi tempi l'età della comparsa del diabete di tipo 2 si è abbassata ai 35-40 anni.


Diabete e gravidanza non sono assolutamente due realtà incompatibili. Anzi, se tenuti sotto controllo, possono andare a braccetto senza darsi (troppo) fastidio. L'importante, come sempre, è arrivare preparate. Dopo aver fatto il punto sul diabete gestazionale con la dottoressa Marina Scavini, e sull'importanza della prevenzione con la collega Maria Teresa Castiglioni, approfondiamo ancora di più la questione con la dottoressa Nicoletta Dozio, specialista in diabetologia e medicina interna, consulente al San Raffaele, che dal 1988 segue donne diabetiche che decidono di mettere al mondo un figlio. "Con grande soddisfazione - ci tiene a precisare - dal momento che è sorprendente la consapevolezza e la capacità delle donne quando diventano competenti in materia e riescono a trasmettere buone abitudini alimentari e di vita a tutta la famiglia".

Scendendo nei dettagli, è importante fare la prima distinzione: "Le donne con diabete di tipo 1 sono già seguite (o dovrebbero esserlo) da uno specialista, quindi è più facile che attuino tutti quei comportamenti volti alla riduzione dei rischi e al mantenimento  di buone glicemie durante la gravidanza". Va detto che, a fronte di un (troppo esiguo) 50% di popolazione femminile diabetica che mette in agenda una consulenza pre-concezionale, la strada verso la consapevolezza (di donne e diabetologi) è ancora lunga. Ma le cose si complicano davvero quando si parla delle donne con diabete di tipo 2, metabolico e non autoimmune, che sopraggiunge con l'età o in situazioni di sovrappeso e, molto spesso, senza che la diretta interessata se ne accorga e che quindi sia seguita da un diabetologo che le possa dare informazioni relative ad una possibile gravidanza. "Abbiamo notato - spiega la dottoressa Dozio - che negli ultimi tempi l'età della comparsa del diabete di tipo 2 si è abbassata ai 35-40 anni: se si somma questo al fatto che le donne fanno figli ad età sempre più avanzata, si capisce come la situazione rischi di complicarsi". E di come il concetto di uomo (in questo caso donna) avvisato significhi mezzo salvato. Il primo consiglio alle donne diabetiche (ma anche a quelle che per storia famigliare, età, o condizioni fisiche potrebbero diventarlo) è fissare una consulenza pre-concezionale quando l'idea di un figlio fa capolino nella vita di coppia.

Quanto è importante una visita preconcezionale?

Secondo me, nella libertà e consapevolezza di ogni donna, la gravidanza andrebbe in qualche modo programmata, indipendentemente dalla presenza di malattie. Tuttavia quando è presente il diabete è fondamentale arrivare preparate al concepimento, in condizioni metaboliche ottimali, con glicemie molto buone e minimizzando i rischi di ipoglicemie. Quando la gravidanza inizia ci sono così tante variazioni nell’organismo che partire da una situazione già controllata rende tutto molto più semplice e la gestazione più serena. Inoltre è importante che le donne con diabete di tipo 2, che assumono farmaci per controllare le glicemie, sappiano che questi farmaci sono controindicati al concepimento e durante la gravidanza. Per questo motivo viene iniziata la terapia insulinica prima del concepimento. Si tratta di iniezioni sottocutanee, relativamente semplici da fare ma, non dovere affrontare questi cambiamenti di fretta all’inizio di una gravidanza non programmata, dà molta tranquillità alle donne, alle loro famiglie e agli operatori sanitari.


Una donna con il diabete di tipo 1 vuole un figlio: che cosa deve aspettarsi dal diabetologo?


Nella visita preconcezionale si discute dei rischi specifici per ogni donna, si valuta nel suo complesso la situazione del diabete, lo stato di eventuali complicanze, si discutono i rischi di eventuali malformazioni e diabete nei figli. Il medico spiega perché è importante avere glicemie ottimali prima del concepimento e durante tutta la gravidanza, con valori che sono più bassi rispetto a quelli che definiscono il buon controllo al di fuori della gravidanza: avere un valore di emoglobina glicata il più vicino possibile ai livelli di normalità, minimizzando la frequenza di ipoglicemie consente di ridurre il rischio di malformazioni che altrimenti è circa 3-4 volte superiore nelle rispetto alle donne senza il diabete. Inoltre, viene prescritto acido folico prima dell’inizio della gravidanza in dose adeguata. Si valuta l'interferenza con l'assunzione di farmaci non adatti alla gravidanza e si cerca di ottimizzare la terapia. Si valuta se ci sono altri problemi medici, e la funzionalità della tiroide. Si valuta la storia e la situazione ginecologica idealmente, come avviene nel nostro ospedale, insieme all’equipe ginecologica. Infine, si chiarisce che i controlli - per tutto il periodo della gravidanza - saranno molto frequenti, ogni due settimane almeno.

Mettiamo il caso di una donna over 35 anni, sovrappeso con una nonna diabetica, che vuole una gravidanza: perché dovrebbe fissare una visita dal diabetologo?  

La persona descritta è a rischio di sviluppare diabete e dovrebbe chiedere al suo medico di effettuare degli esami per escludere di avere già un diabete di tipo 2. Se si conferma la diagnosi di diabete di tipo 2 vale il discorso fatto prima per il diabete di tipo 1 e la donna dovrebbe chiedere una consulenza preconcezionale, per ottimizzare il controllo metabolico, rivedere altre eventuali terapie farmacologiche, iniziare un regime alimentare equilibrato e magari perdere un po’ di peso. Sottolineo che l’obesità di per sé conferisce dei rischi alla gravidanza e che le donne con obesità, con un BMI superiore a 30 (body mass index = indice di massa corporea che si calcola come peso in Kg/altezza in m al quadrato) dovrebbero discutere di questo con il medico e con il ginecologo, anche in assenza di diabete.

Ipotizziamo il peggiore degli scenari: una donna, fumatrice, con diabete di tipo 2 che scopre di aspettare un bambino: che cosa succede e che cosa deve fare? 

Deve rivolgersi tempestivamente ad un centro competente, che abbia esperienza e che tratti donne con diabete durante la gravidanza. Non parliamo di grossi numeri, le donne con diabete di tipo 1 e 2 rappresentano lo 0.4% delle gravidanze, perciò è importante essere seguite in centri che ne vedano un certo numero. Occorre valutare la situazione metabolica, le complicanze, effettuare una visita oculistica, sospendere eventuali farmaci, smettere di fumare ed iniziare la terapia insulinica e verificare come procede la gravidanza, nel più breve tempo possibile per potere avere una situazione metabolica controllata da subito, ovvero già nel primo trimestre di gravidanza, periodo in cui avviene la formazione degli organi del bambino. Per questo è un grande vantaggio essere viste prima della gravidanza: si può fare tutto questo senza troppe ansie.

Infine dopo la gravidanza: che cosa succede al diabete?

Il diabete resta se c’era prima della gravidanza, ci si può rilassare un po’ con i controlli, e ci fa piacere che sempre più donne decidano di avere più di un figlio, quindi l’esperienza del diabete e della gravidanza non deve essere così traumatizzante. Sappiamo che esiste una "memoria metabolica" e si ritiene che qualsiasi periodo di buon controllo della glicemia abbia un effetto benefico anche nel futuro della paziente. Pensiamo che gli sforzi che le donne fanno durante la gravidanza possano stimolarle a mantenere un buon controllo della glicemia negli anni a venire. Tutti i medici che si occupano di diabete e gravidanza ricordano pazienti che dicono che il periodo di controllo metabolico migliore è stato durante la gravidanza. Un altro elemento importante visto che parliamo di programmazione della gravidanza è di pensare alla contraccezione e di parlarne con il proprio ginecologo. È importante che le donne con diabete sappiano che ci sono molte possibilità per una contraccezione efficace anche per loro.


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