Childfree: le donne "no kid" sono sempre di più
L'ultima a fare outing è stata Lucia Ocone: per dire la sua sulla pressione sociale che costringe le donne, soprattutto in Italia, a doversi giustificare se a 40 anni non hanno messo su famiglia ha chiamato Vanity Fair proponendo un'intervista. "È una cultura primitiva - dichiara al magazine - quella che considera il valore di una donna solo in quanto moglie e madre. Conosco un sacco di coetanee che, come me, non hanno marito né fgli, ma si sentono felici e realizzate lo stesso". Anche perché la domanda, di per sé, è violenta: "se una donna è arrivata a quarant’anni sola, una ragione c’è sempre - prosegue la Ocone - Può essere stata una libera scelta, ma anche non aver fatto l’incontro giusto. Ci sono anche tante donne che i figli non li possono avere e per le quali quella domanda è una vera coltellata. La gente dovrebbe pensare prima di parlare".
Childfree: i dati
Molto spesso però, dietro a una dichiarazione d'intenti, c'è una donna strozzata tra gli impegni e la carriera che finisce per mettere nel cassetto l'orologio (biologico) e tirarlo fuori quando è troppo tardi. Com'è successo a Laura Sechi, avvocato torinese: "non era mai il momento buono: quando mi sentivo pronta ero single, quando ho trovato il compagno giusto ero incastrata con il lavoro. Oggi ho cinquant'anni e nessun bambino. Non so se sono soddisfatta o meno: non posso giudicare ciò che non conosco. Non ho idea di come sarebbe stata la mia vita con dei figli". Quello che è capitato a Laura capita molto più di quanto non s'immagini, conferma Maria Letizia Tanturri, demografa, docente all’Università di Padova impegnata nello studio delle coppie childfree in un progetto europeo dal titolo Families And Societies. "Non c’è necessariamente una causa materiale dietro la scelta, ma spesso un insieme di motivi non tutti razionali. Come se non si tenesse conto dei limiti biologici, o non si capisse che la fecondazione assistita ha dei limiti. Una sorta di trappola: prima si aspetta di avere il lavoro, poi la casa, poi qualcos’altro, e alla fine quando tutto è pronto si ha paura di mettere in discussione quello che si è realizzato. E, magari senza proclamarlo, si rinuncia".
Elena Rosci, psicologa, autrice di La maternità può attendere (Ed. Mondadori), non ha dubbi "è il tramonto di un’epoca: avere figli non è più una scelta romantica e naturale. Dagli anni ’70 in poi, tra anticoncezionali e aborto, un figlio è diventato frutto di una scelta razionale. Soprattutto non è più al primo posto, le coppie lo considerano solo un’eventualità possibile. Il desiderio si modula in modo flebile: prima di un bambino si vorrebbero risolti molti aspetti della vita, lavoro, casa, denaro".
Oltreoceano c'è Jessica Valenti, femminista americana autrice di Why Have Kids? in cui scortica il mito della maternità riducendolo a un vero e proprio incubo. A sostegno delle sue tesi cita il fatto che le childfree sono statisticamente più colte (laureate e con master) e quindi più intelligenti. Se la deduzione può sembrare azzardata, i numeri sono veri: ai dati il magazine Time ha dedicato perfino una copertina visto che negli States il tasso di natalità è il più basso della storia, negli ultimi vent'anni le donne senza figli sono raddoppiate e secondo l’Office for National Statistic una 45enne su cinque è childfree. Percentuale che sale fino al 43% tra le donne nate tra il 1965 e il ’78 e con titoli di studio.
Le celebrità childfree
Il caso di Jennifer Aniston esula in parte dal contesto, visto che la sensazione è quella che la diva cerchi invano di diventare mamma e quindi, incalzata da ABC News lo scorso agosto ha affrontato l'argomento con ironia: "riguardo le domande 'Oh, se dovessi avere un figlio quanti bambini vorresti?' e 'vuoi un maschio o una femmina?' non avevo capito che si poteva ordinare".