Donne chef, una battaglia in cucina
Federica Andrisani ha sfiorato la vittoria al concorso Birra Moretti Grand Cru. La sua presenza rappresenta la bravura di tante chef donne criticate, di recente, in un articolo del Giornale, in cui si incita al ritorno di una cucina più “virile”.

La situazione delle donne chef non è del tutto semplice: spesso vengono discriminate per un ritorno ad una cucina più "virile".
Alla fine, ha vinto un uomo. Il 17 novembre scorso si è svolta a Milano la premiazione della quarta edizione del Birra Moretti Grand Cru. Il vincitore è Davide Del Duca, originario di Frosinone, che si è aggiudicato il premio preparando una Birra con il Cappelletto, ovvero dei cappelletti ripieni di birra con zenzero, funghi, spuma al parmigiano e foie gras. Per il dessert ha deliziato tutta la giuria con La Rossa del Deserto, una spuma d'aglio nero con gelato di Birra Moretti, terra di cioccolato e bucce di tuberi.
Tra i finalisti del concorso, che mette alla prova i giovani chef italiani con ricette a base di birra, c'era anche una donna, la ventiseienne Federica Andrisani, sous-chef al ristorante El Coq a Marano Vicentino (VB). Sembra quasi paradossale che fosse solo una la rappresentante della categoria femminile dato che, secondo la Guida Michelin 2015, l'Italia è al primo posto nella classifica mondiale di chef donne. Al punto che c'è chi vorrebbe, addirittura, che ce ne fossero meno nelle cucine dei grandi ristoranti.
Tra loro c'è Camillo Langone, autore di un articolo pubblicato sul Giornale.it il 9 novembre scorso. Il giornalista critica il primato delle chef italiane e invoca il ritorno ad una cucina più “virile”. Le donne, sostiene Langone, “sono più cattive dei maschi”, mentre dovrebbero essere delle "cuoche [...] più rilassate e rilassanti".
La replica delle dirette interessate non si è fatta attendere. Secondo Federica Andrisani, intervistata da D di Repubblica, questo articolo è la prova del fatto che in Italia “se ti comporti in modo tranquillo e dolce rischi di essere relegata in un angolo, se tiri fuori la grinta vieni etichettata come st****a". Forse è proprio per questo motivo che la giovane chef ha deciso di partire per l'Australia per portare avanti i suoi progetti; magari, laggiù, la sua bravura troverà più di spazio (e un po' di misoginia in meno) .
Secondo la chef stellata Cristina Bowerman, citata e criticata nell'articolo di Langone, la situazione delle donne in cucina “non è facile. Veniamo stigmatizzate spesso - e non solo - le donne nelle cucine finiscono quasi sempre per fare la pasticceria, e a meno che non sia una vera vocazione, è una sorta di condanna, un luogo comune che si avvera. Invece se ci si guarda intorno ci sono chef donna eccezionali, complete”.
La presenza di donne chef nei grandi ristoranti non dovrebbe destare tanto scalpore, quando c'è il talento. Non ci resta che sperare che gli uomini in cerca di una cucina più “virile” possano capire che un'équipe mista può favorire scambi di idee e rendere il cibo ancora più speciale. E che le donne possono avere successo anche lontano dai fornelli di casa.
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