Donna si dà fuoco a Torino: la protesta all’Inps, salva per miracolo
Sfinita dalla burocrazia per ottenere l'indennità di disoccupazione, Concetta Candito, 46 anni, si è data fuoco all'Inps. Il primo pagamento era arrivato il giorno prima.
Concetta Candito lotta per la vita all’ospedale dopo la sua battaglia all’Inps. Una battaglia per ottenere l’indennità di disoccupazione che le spettava ma che, per un cavillo burocratico, non arrivava. Una battaglia per cui nella mattina del 27 giugno si è data fuoco. Se è salva è solo grazie al miracoloso intervento di un magrebino in fila (uno di quelli che lei considerava “migranti da rimpatriare” e che oggi il fratello vorrebbe abbracciare e ringraziare) e di un impiegato dell’Agenzia, intervenuti per domare le fiamme.
I fatti: nel mese di gennaio Concetta viene licenziata insieme a tre colleghe dalla birreria-ristorante alle porte di Torino dove, da ormai dieci anni, faceva le pulizie con un impiego part time. Indignata, fa ricorso per riottenere il posto e l’indennità di disoccupazione ma dai documenti manca un certificato medico. Sembra un dettaglio e invece si trasforma in un intoppo estenuante. Il 27 giugno Concetta è sfinita: apre Facebook e scrive: “Oggi vado all’Inps e li faccio tutti neri o viola. Comunque sia gli cambio i connotati e gli attributi”. Poi infila in borsa due bottiglie di alcol e si presenta agli sportelli di corso Giulio Cesare. Forse, messa di fronte all’ennesimo “ma” ha perso la pazienza. Fatto sta che ha aperto una delle due bottiglie, se l'è versata addosso e con un accendino si è data fuoco. Ora è ricoverata in prognosi riservata con ustioni sul 25% del corpo.
Ultima di quattro fratelli di una famiglia senza problemi economici, residente in un appartamento di Settimo Torinese, Concetta “è una persona semplice, molto spontanea. Mai mi sarei immaginata che sarebbe arrivata a questo punto - racconta al Corriere Anna Ghiberti, un’amica di famiglia -. È stata quasi sempre single, ma ha sempre avuto tantissimi amici. Ha un carattere molto solare, e nonostante non si fosse realizzata professionalmente è sempre rimasta una persona positiva”. Parole che fanno male, pronunciate ora, alla luce dell’ostilità e della rabbia che Concetta aveva accumulato negli ultimi tempi e che riversava su Facebook, prendendosela anzitutto con i politici. “Ha fatto un gesto disperato, ma bisogna valutare tutte le concause - cerca di spiegare Giuseppe, il fratello -. Aveva subito un licenziamento che riteneva ingiusto, stava cercando di recuperare il Trattamento di fine rapporto che era stato bloccato dopo il ricorso, non riusciva nemmeno a ottenere l’assegno di disoccupazione che pure le spettava”.
A sua difesa l’Inps fa sapere che il certificato medico richiesto era stato presentato solo “in data 26 maggio” e che comunque l’iter si era concluso positivamente, tanto che il primo pagamento sarebbe già stato accreditato “con valuta dal 26 giugno”. Il giorno prima dell’esplosione di Concetta che, forse, non aveva controllato il conto corrente. Lei che forse si era già convinta di come sarebbe andata a finire, a leggere ciò che scriveva una settimana fa a proposito della legge Fornero: “Privilegia i datori di lavoro e non garantisce un futuro ai lavoratori. Fino a che, un pover’uomo dall’esasperazione decide di farla finita”.