Castello di Pralormo: i tulipani, gli chef, le segrete stanze
Abitato, in parte aperto al pubblico, il Castello di Pralormo ospita nei giardini Messer tulipano, nelle cucine gli chef, nelle stanze gli stilisti, nel parco i ricevimenti e nelle rural suites i turisti. Succede grazie a Consolata Beraudo, la castellana "creativa concreta".
Visitare il Castello di Pralormo, alle porte di Torino, sulle dolci colline del Roero, è come fare un salto nel tempo e nelle generazioni che lo hanno popolato: si fa un balzo in pieno Medioevo, nel XIII secolo, quando i Signori di Anterisio lo fecero costruire a mo’ di fortezza a pianta quadrata, con tanto di fossato tutt’intorno, ponte levatoio e grande portone; poi nel Quattrocento, quando i nuovi padroni, i fratelli Roero, fecero aggiungere due torri rotonde, un grande torrione e aprire grandi finestre ad arco a sesto acuto. Quindi nel Seicento, quando i Conti Beraudo di Pralormo, gli inquilini che lo abitano dal 1680, lo trasformarono in una residenza nobiliare di tutto rispetto.
Nella prima metà dell’Ottocento il diplomatico Carlo Beraudo di Pralormo affida la metamorfosi delle mura all’architetto Ernesto Melano (già autore della trasformazione del Castello Reale di Racconigi). Il fossato e il ponte levatoio cedono il posto a un portico d’ingresso e a un grandioso scalone mentre il cortile centrale viene coperto e trasformato in un salone d’onore dai soffitti alti tre piani, volte, arcate e finestre neoclassiche sulle facciate interne e un lucernario, lassù.
Oggi la tenuta vanta un parco all’inglese con alberi secolari creato dal paesaggista tedesco Xaver Kurten, un giardino con fioritura a rotazione, un’azienda agricola che ha soppiantato con i cereali i vigneti e i frutteti di un tempo, una cappella costruita dell’architetto Galletti nel 1730, un’Orangerie, la Castellana - un imponente fabbricato rurale - e la bellissima serra in vetro e ferro dei Fratelli Lefebvre di Parigi dove la Contessa Matilde coltivava i fiori e le piante che, altrimenti, non avrebbero sopportato i freddi inverni piemontesi.
Tutt’ora è abitato dal Conte Filippo e dalla moglie Consolata che, sentendosi “conservatori temporanei” del Castello, lo aprono al pubblico e non solo per far rivivere il passato. Perché se nelle visite guidate (dal 1° aprile al 27 novembre) si curiosa in 14 delle 50 stanze e nelle abitudini di un tempo, nelle mostre - la più famosa è l'appuntamento annuale con Messer Tulipano, dal 1°aprile al 1°maggio 2017 - e nei laboratori di cucina l’aggancio è il presente. Per non parlare di quando il Castello ospita i turisti nelle Case della giardiniera o si fa location di matrimoni e ricevimenti o, ancora, di servizi di moda (di recente ha ospitato un set dello stilista Walter Dang).
Insomma, il Castello di Pralormo è la meta ideale non solo per chi ama visitare le ville e i giardini ma anche per chi ama i fiori, la cucina e perfino per chi, semplicemente, è alla ricerca di un weekend romantico.
Consolata Beraudo di Pralormo, la castellana
La chiamano la Signora dei Tulipani ma Consolata Beraudo di Pralormo è molto di più. Laureata in Storia dell'Arte, stilista, appassionata di ricamo Bandera - il ricamo d’arredamento seicentesco - tanto da aprire una scuola e un laboratorio ad hoc a Torino, e abile organizzatrice di eventi, Consolata è l'anima del Castello abbarbicato sulle colline del Roero. Perché nonostante la residenza appartenga alla famiglia del marito Filippo, è grazie al suo essere una "creativa concreta" se oggi la polvere non fa in tempo nemmeno a formarsi. "Nel 1996, quando mia suocera è mancata - racconta - ci siamo trasferiti in pianta stabile al Castello. È stato allora che ho capito le potenzialità che aveva e ho studiato come sfruttarle anche in termini logistici".
Dal secondo piano della residenza, cercando di ignorare il freddo (i soffitti alti 5 metri non aiutano il sistema di riscaldamento), Consolata trasforma le sue intuizioni in progetti iniziando dal giardino. L'ispirazione di Messer Tulipano arriva "nel 1998, durante un viaggio in Olanda, quando mi sono innamorata dei tulipani e li ho immaginati nel nostro parco, popolato da querce e tigli secolari". Detto fatto: si fa spedire i bulbi, impara a piantarli e s'inventa aiuole dalle forme sinuose e originali che ogni anno attirano migliaia di visitatori da tutto il mondo. Olanda compresa, con tanto di "promozione a pieni voti".
Giusto il tempo di abituarsi alla novità e Consolata ne ha già un'altra: è il 2006 quando apre al pubblico 14 stanze del Castello per racontare la vita quotidiana dell'Ottocento: "Volevo mostrare gli ambienti che non si visitano mai ma dove si svolgeva la vita vera, non quella di rappresentanza".
L'esperimento funziona - "i visitatori sono entusiasti nel vedere gli utensili da cucina di una volta, la biancheria e gli abiti perfettamente conservati" -, Consolata e Filippo - "facciamo tutto insieme: io ho le idee, lui le traduce, in questo caso si è occupato di produrre tutta la narrazione storica" - sono entusiasti, al punto che ogni tanto regalano ai visitatori piacevoli fuori programma condividendo aneddoti e album di famiglia.
L'intuizione successiva è ristrutturare gli appartamenti lungo le mura del Castello, quelli che un tempo erano abitati dal personale del Castello, e trasformarli ne Le Case della Giardiniera, con tanto di ambienti a tema per soggiorni unici.
Nel frattempo il Castello, già location di matrimoni, ricevimenti e convegni dal 1993, si attrezza per soddisfare un'altra delle grandi passioni della Contessa, la cucina. Sia chiaro: "non metto le mani in pasta, così come non metto le mani in terra: mi piace più inventare che fare e dopo aver imparato preferisco insegnare o lasciare il compito agli esperti". È successo durante le riprese di Cucina e Nobiltà - il programma girato nella vecchia cucina del Castello andato in onda su Sky che faceva rivivere le antiche ricette custodite nella Biblioteca - e succede nell'aula culinaria allestita nell’antico granaio dove si organizzano laboratori di cucina con gli chef, degustazioni e contest.
L'ultima trovata di Consolata è mettere a disposizione la tenuta per i servizi di moda: "Walter Dang ha organizzato una sfilata qui e a breve presenterà il progetto 'donne albero', realizzato nel parco".
Nell'attesa di nuove idee, Consolata respira il panorama inquadrato nei vetri smerigliati, sfoglia "le pagine delle edizioni degli anni Dieci e Venti di Vogue alla ricerca di nuovi spunti per la grafica" e si rifugia nella sua "Wunderkammer, la mia stanza delle meraviglie, dove ripongo tutto ciò che mi appassiona e la mia famiglia, per lo più, aborre: i mobili in miniatura capolavori degli ebanisti, le tulipaniere e un enorme album dove raccolgo i disegni che mi regalano gli amici".
Messer Tulipano: edizione 2017 profumata in rosa
Raggiunta la maggiore età, la 18esima edizione di Messer Tulipano - intitolata Gli alberi raccontano, con un’esposizione di legni e sezioni di tronchi rivelatori di segreti - porta nel parco del Castello di Pralormo 90mila tulipani e qualche novità.
Anzitutto “il mio regalo a Messer Tulipano per i 18 anni - racconta la Contessa -, una nuova aiuola con 5 mila esemplari di tulipano rosa, profumato, rarissimo, che mi ha donato un vecchio giardiniere dell’astigiano: dopo averlo coltivato per più di un secolo non poteva più occuparsene”.
Inoltre, l’edizione 2017 accoglie i visitatori con un viale di ciliegi in fiore giapponesi (naturalmente rosa) e una collezione di bonsai monumentali, la varietà cinese che raggiunge anche i 2 metri d’altezza.
Come sempre, sono in programma concerti, laboratori per bambini e installazioni (dal 1°aprile al 1°maggio, dal lunedì al venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19).
Location matrimoni (e non solo)
Dal 1993 il Castello di Pralormo è una location per matrimoni, ricevimenti e convegni: ci si può sposare nella cappella settecentesca o, con rito civile, nel prato delle statue e nel portico del Castello. A disposizione, per il ricevimento, gli spazi dell’Orangerie - l'antica serra per gli agrumi -, della cascina La Castellana - la restaurata fattoria nel rispetto dell’architettura originaria che ha preservato le grandiose scuderie, il pavimento in cotto e le volte dai mattoni a vista - e dell’antica serra francese. Il parco è ovviamente a disposizione degli sposi per il servizio foto e, di sera, la facciata del Castello illuminato rendono l'atmosfera ancora più magica.
La vita quotidiana a Castello: porte aperte
Dal 1° Aprile fino al 26 novembre 2017 riprendono le visite guidate che aprono le porte delle 14 stanze del Castello di Pralormo. "Abbiamo scelto di mostrare le zone più intime della residenza - spiega la contessa Consolata Beraudo -, per offrire ai visitatori un viaggio nella vita quotidiana e soprattutto dietro le quinte di un pranzo". Non solo: l’esposizione I viaggi dell’Ambasciatore racconta i segreti dei viaggio di Carlo Beraudo di Pralormo, Ministro e Ambasciatore di Re Carlo Alberto.
La visita parte dalla Cantina che ospita le attrezzature per la vendemmia e la vinificazione, prosegue nella grande sala ad archi di mattoni denominata Il Fuoco, l’Acqua, la Luce - un tempo era il cortile con il pozzo centrale, dal 1840 si trasformò nella centrale del riscaldamento, ora mostra arredi quotidiani del XIX e della prima metà del XX secolo -, poi nell’Office, la sala di regia degli eventi a Castello: riscaldata da un grande camino e dotata di grandi armadi e cassettoni in legno custodisce le stoviglie e la biancheria. Si visita poi la stanza dei domestici, la cucina di 80 metri quadrati che conserva le ghiacciaie, i mortai di pietra, le pentole di rame, le forme per i dolci, il tosta caffé, e decine di altri utensili del passato.
E ancora: si passa nella camera da pranzo ovale, in stile neoclassico, con la tavola apparecchiata per un’occasione importante; poi nella sala da bagno di maioliche colorate, munita di caldaia a legna e arredata con tutto il necessario per la toeletta; poi nel grande salone d’onore, l’ambiente più scenografico del Castello, con un soffitto alto tre piani, pavimento in mosaico alla veneziana e un importante lampadario a candele che echeggia ricevimenti e balli.
Aperta al pubblico anche la camera del Ministro Carlo Beraudo di Pralormo, la Camera Verde per la decorazione a marmorino veneziano, dove sono raccolti documenti e oggetti delle missioni e il Salotto Azzurro con pareti e volta dipinti a trompe l’oeil a mo' di tendaggio, l'ultima stanza del percorso dove le signore, spesso in compagnia dei figli, si dedicavano al ricamo bandera, ascoltavano la musica e conversavano.
Cucina e nobiltà al Castello di Pralormo
La grandiosa e suggestiva cucina del Castello di Pralormo (ora aperta al pubblico) è stata il set del programma Cucina e Nobiltà andato in onda su Sky dove lo chef Fausto Carrara si è cimentato nella preparazione delle antiche ricette piemontesi anche grazie al volumi originali conservati nella biblioteca della dimora sabauda.
Trenino elettrico: gioco per grandi e piccini
Conservato in una delle torri del Castello di Pralormo, il trenino del Conte Edoardo Beraudo di Pralormo è uno spettacolare impianto del periodo 1895-1914 che si snoda lungo tre sale, attraversando i muri con gallerie, stazioni popolate da passeggeri, un imponente scalo merci e decorazioni futuriste.
Durante la visita (dal 1° aprile al 26 novembre), oltre al grande circuito che fu elettrificato tra il 1920 ed il 1940 e sfoggia locomotori e locomotive e Märklin e 130 vagoni e carri merci di Märklin e Hornby, si ammirano anche l’esibizione di un treno mosso da vapore vivo oltre a cartografie e documenti relativi alla costruzione di ferrovie e tunnel, antica passione della famiglia nobiliare.
Aula culinaria: Castello gourmet
"Nel 2013 il Castello ha guadagnato un'identità di cucina gourmet" spiega la contessa Consolata Beraudo di Pralormo raccontando il restauro al granaio trasformato in un'aula culinaria attrezzata che ospita chef, degustazioni, contest e laboratori di cucina e, ogni autunno, organizza la ricerca del tartufo con i trifulau e poi la preparazione dei piatti tradizionali del Roero.
Suites rurali: dormire al Castello
Se siete alla ricerca di un'idea originale per una sorpresa romantica, il Castello di Pralormo mette a disposizione Le case della giardiniera, gli appartamenti lungo il muro di cinta che furono dei dipendenti della dimora nobiliare e che oggi - dopo un restauro conservativo che ha valorizzato arredi e oggetti originali -, sono vere e proprie suites rurali dove trascorrere giorni da sogno facendo un tuffo nel passato e nella natura avendo libero accesso al parco. A scelta c'è la casa che fu del cocchiere, del boscaiolo, dell’ortolano, della giardiniera e perfino dell’erborista.
Biblioteca e archivio: il sapere del passato
"Mio marito Filippo trascorre gran parte del suo tempo negli archivi e in biblioteca: è così, consultando gli antichi volumi conservati che ha costruito tutta la narrazione del Castello" spiega la contessa Consolata precisando che nel Castello si trovano volumi di cucina che risalgono al Seicento: molte delle ricette hanno ispirato il programma Cucina e Nobiltà e sono state pubblicate in ricettari che vanno sotto il nome di Quaderni di ricette acquistabili nel bookshop della residenza oppure contattando l'ufficio.