Vitamina D: dove si trova?

Una carenza di vitamina D è rischiosa soprattutto per bambini e anziani. Ma sono tanti i motivi per i quali bisogna tenere controllati i valori. 
 

Ipovitaminosi D: uno stato di deficit che va evitato, esponendosi al sole e mangiando cibi ricchi di vitamina D. © soloway / 1223 RF

Cibi che contengono la vitamina D: perché sono così importanti, nella nostra dieta? Sono i pesci azzurri, come vedremo, ma anche alcuni funghi, se cresciuti esposti al sole. Importante conoscere cosa mettere nel piatto: basta una dieta sana e una corretta esposizione al sole per accumulare la quantità corretta di questa vitamina.
 

Cos’è la vitamina D

La vitamina D è, più precisamente, un gruppo di vitamine denominate D1, D2, D3, D4 e D5. Hanno una caratteristica comune: sono liposolubili, si attivano alla luce del sole e hanno funzioni analoghe nell’organismo.
 

A cosa serve

Vitamina D per le ossa

La vitamina D contribuisce a fissare il calcio nelle ossa, preservandole dalle fratture, per questo è suggerita agli anziani, che vanno incontro a stati di fragilità ossea.
 

Vitamina D e prevenzione

Recenti studi hanno poi provato un ruolo di questa malattia nella prevenzione di diverse malattie degenerative (come la demenza ed il morbo di Parkinson) e di alcune forme di tumore, in particolare quello della mammella, della prostata, e del colon.
 

Vitamina D e capelli

La vitamina D ha un ruolo primario nella crescita dei capelli, perché stimola il follicolo pilifero, permettendo il rafforzamento del bulbo e del fusto.
 

Vitamina D in gravidanza

Nel corso della gravidanza, la vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio alimentare della mamma, contribuendo al mantenimento della salute delle ossa sue e del nascituro. Recenti studi del Queensland Brain Institute (Australia) hanno anche ipotizzato una correlazione tra vitamina D e autismo: livelli troppo bassi di vitamina D, soprattutto nelle prime fasi della gestazione, aumenterebbero il rischio di insorgenza di disturbi dello spettro autistico nel bambino. 

Vitamina D e neonati

La vitamina D va monitorata nei bambini sotto i tre anni perché, al pari degli anziani, sono spesso meno esposti al sole, quindi il deficit è abbastanza comune.
 

Vitamina D e sclerosi multipla

Uno studio di qualche anno fa della Harvard University  ha dimostrato che una carenza di vitamina D potrebbe essere un fattore di rischio per lo sviluppo della sclerosi multipla mentre, viceversa, l'assunzione della vitamina da parte dei pazienti affetti dalla malattia, può in alcuni casi rallentarne la progressione.
 

Carenza di vitamina D e tiroide

Nonostante numerosi studi, si ipotizza, ma senza certezza, una relazione causale tra carenza di vitamina D e lo sviluppo della Tiroidite di Hashimoto, o altri stati di danni tiroiditico e malattie autoimmuni della tiroide, ma altri studi sono necessari.
 

Valori della vitamina D

Fino a 50 anni circa, la dose giornaliera consigliata è di 400-800 unità internazionali, ovvero circa a 0,4-0,8 grammi di vitamina D3 o colecalsiferolo, la forma di vitamina D più utile all’assorbimento del calcio nelle ossa. Il valore ritenuto normale di vitamina D è 30 ng/ml.
 

Esame della vitamina D

L’analisi della vitamina D si effettua tramite un esame del sangue chiamato 25 idrossivitamina D nel sangue o 25 (OH)D.  I valori dell’esame, espressi in ng/mL, possono segnalare una carenza, quando sono inferiori a 10 ng/mL, una insufficienza (10 – 30 ng/mL) o uno stato di normalità (30 – 100 ng/mL9. Se il valore è superiore a 100 c’è un eccesso, e si parla di stato di tossicità.
 

Eccesso di vitamina D

In natura superare i valori è raro, questo può avvenire in stati patologici oppure in caso di assunzione eccessiva di farmaci o integratori.
 

Effetti collaterali

Un eccesso di vitamina D, come già detto, è difficile, ma se avviene può causare inappetenza, vomito, dolori alla testa, ipercalcemia e calcificazione dei tessuti non ossei.
 

Insufficienza di vitamina D

Si parla di ipovitaminosi D quando il livello è basso ma non in maniera eccessiva. In questo caso una dieta più attenta all’assunzione di alimenti ricchi di vitamina D e una maggior esposizione ai raggi solari sono sufficienti a migliorare lo stato.
 

Carenza di vitamina D

Cause

Le cause anche in questo caso possono essere una scarsa esposizione solare, ma anche problemi di sintesi e pigmentazione cutanea, oppure un abbigliamento troppo coprente, uniti a una alimentazione scarsa di alimenti ricchi di vitamina D. A maggior rischio sono anziani e donne incinte, neonati, soggetti con una carnagione molto scura.
 

Sintomi

I sintomi sono uno scurirsi della pelle, il peggioramento dell’umore, mal di testa e dolori intestinali, fragilità dei capelli.
 

Terapia

La terapia va concordata con il medico e si basa soprattutto su una supplementazione vitaminica, tramite alimentazione, farmaci o integratori.
 

Come assumere la vitamina D

Sole 

La prima fonte naturale di approvvigionamento di vitamina D è la luce solare: per chi vive nel bacino del Mediterraneo bastano circa 40 minuti di esposizione diretta, uniti ad una corretta alimentazione, per evitare deficit.
 

Alimenti con vitamina D

Gli alimenti ricchi di vitamina D non sono tantissimi, si tratta soprattutto di olio di fegato di merluzzo, pesce azzurro (soprattutto salmone e sgombro pescati e non d’allevamento), uova di pesce, tuorlo d’uovo, le noccioline. Tra i cibi che contengono la vitamina D, anche se non in grandi quantità, troviamo latte e derivati, verdure verdi e funghi (non da coltivazione o comunque esposti al sole.
 

Integratore di vitamina D

Esistono degli integratori di vitamina D, suggeriti spesso in pre e post menopausa, per scongiurare il rischio di osteoporosi e conseguenti fratture, perché si tratta di una fase della vita nel quale aumenta la fragilità ossea.
 

Farmaco

C’è poi un farmaco, Dibase, usato nella prevenzione e nel trattamento di patologie associate alla carenza della vitamina D. Il dosaggio varia molto a seconda della formulazione utilizzata: gocce orali oppure fiale di soluzione orale o iniettabile.

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