Elio e le Storie Tese: l'intervista alla vigilia del primo tour europeo
Il primo Tour europeo degli Elio e le Storie Tese partirà a marzo 2017. Con il solito spirito il gruppo ci racconta l’ultimo lavoro che porteranno in giro in ben 12 città europee.
Elio e le Storie Tese non smettono mai di stupirci. La loro verve comica e il loro spirito sagace è presente in tutta lo loro più che trentennale produzione musicale. La fama esplode, soprattutto tra i giovani, quando nel 1996 si classificano secondi al Festival di Sanremo, vincendo il premio della critica con La terra dei cachi. Una carriera autorevole, la loro, sia in campo musicale che televisivo, molti i dischi alle loro spalle e continui consensi, tra i più e meno giovani.
Oggi li ritroviamo pronti e carichi per la partenza del primo tour europeo che porterà in giro per l’Europa il loro decimo album di inediti: Figgatta De Blanc. Il titolo riprende quello di un disco dei Police del 1979, ma secondo quanto spiegato dal Maestro Rocco Tanica, è nato (così come la maggior parte del loro titoli) un po’ per caso: l’ultimo giorno di registrazione Elio propone come possibile titolo Merda ma, risultando un po’ forte, si decide di virare verso qualcos’altro e, grazie ad un disegno di una vulva femminile - diventato poi la copertina dell’album - che inizia a circolare di mano in mano, si pensa subito a Figata. Da qui a Figgatta De blanc il passo è stato davvero breve.
A un mese dall'inizio del loro tour europeo, abbiamo fatto una chiacchierata con Elio e le Storie Tese. Ecco cosa ci ha rivelato la band durante la nostra intervista.
Come nasce la decisione di partire per un Tour europeo?
"Come nascono i bambini? Con un impeto di desiderio e passione silenziosamente guidati dall’istinto biologico. Allo stesso modo, ancora pieni di passione e desiderio, abbiamo sentito l’esigenza biologica di andare oltre i confini fisici e mentali e guardare al proprio continente con rinnovata stima e fiducia, nonostante i tempi burrascosi che si trova ad attraversare. Vogliamo abbracciare l’Europa con il calore della nostra musica e… Renderla Grande Di Nuovo!".
Vi è già capitato di suonare all’estero?
"Sì, negli anni 90 suonammo in Giappone, all’Expo di Osaka e affrontammo un tour negli Stati Uniti, documentato nel film, di produzione RAI, Vite Bruciacchiate e promosso dal cofanetto, ormai introvabile, E.L.I.O. - The Artists Formerly Known As Elio e le Storie Tese. Ricordiamo inoltre un trionfale show all’interno di una camera d’albergo in quel di Londra. Pubblico (non pagante): tre persone".
Temete il pubblico estero?
"Lo scopo di EelST è diffondere l’Amore che, come dicevano i Beatles, è tutto ciò di cui hai bisogno e questo vale per le persone di tutto il mondo, quindi per noi ogni pubblico è uguale, l’unica differenza è che in Italia tutti cantano le canzoni a memoria e vogliono farsi le foto con noi, all’estero non ancora".
Quanto conta il prendere spunto dell’attualità per un gruppo musicale (spesso definito "alternativo") come il vostro?
"Prendiamo spunto proprio dal brano sul bullismo, dal titolo Il mistero dei bulli, per far notare come le tematiche importanti non abbiano età: i bulli di oggi sono i tamarri di ieri e i barbari di ieri l’altro. I problemi di oggi sono gli stessi del passato, cambia solo il nome".
Quanto ha contato per il vostro successo affrontare tematiche anche importanti, ma sempre con un piglio leggero?
"Ci interessa ciò che può far ridere e, se si pensa, TUTTO può far ridere se lo si guarda dalla giusta prospettiva. I nostri brani piacciono perchè fanno sorridere e nello stesso tempo pensare, e anche canticchiare pensando, o pensare di ridere canticchiando".
L’anno scorso avete partecipato al Festival di Sanremo con una canzone controversa, dal titolo esplicito Vincere l’odio, e vi siete situati in dodicesima posizione: come avete reagito a questo risultato dopo che nel 2013 La canzone mononota era arrivata seconda?
"Abbiamo appreso il risultato mentre cenavamo al ristorante La Pignese di Sanremo: abbiamo continuato a mangiare dopo aver esclamato: uh-la-là".
In tema di Festival: Sanremo 2017 cosa ne pensate? Festival top o flop? Come mai non partecipate?
"Il Festival non è né top, né flop, è semplicemente il Festival e va preso così: non è lui che deve cambiare, sei tu che puoi decidere se guardarlo o meno. Per quanto riguarda la nostra partecipazione beh, la nostra assenza è doverosa, poiché bisogna lasciar passare almeno tre anni tra una partecipazione al Festival e un’altra, ce l’ha detto un medico specializzato in patologie da partecipazione a Sanremo. Un altro buon motivo è che non abbiamo un nuovo album in promozione".
Vi siete fati un’idea sugli artisti in gara? Chi sono per voi i favoriti?
"Ci siamo resi conto che non siamo più aggiornati sul panorama musicale italiano. Ad esempio, abbiamo scoperto che tra i Big ci sono dei cantanti che non sapevamo neanche che facessero i cantanti. Non è facile stare al passo coi tempi alla nostra età".
Oltre a questo tour internazionale, ci sono altri progetti in vista? In Italia o all’estero?
"Sì, torneremo nei negozi con una novità di cui non possiamo anticipare nulla per il momento. Possiamo dire però che il 21 di Maggio 9-10 mila persone sono invitate fin d’ora a prender posto al Mediolanum Forum di Assago per un nostro grande concertone, e poi seguirà un tour estivo nel quale potrete ammirare ancora una volta i nostri corpi seducenti".
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