Ylenia a Pomeriggio 5: la ragazza bruciata, l'ex e la madre
Intervistata da Barbara D'Urso, Ylenia Bonavera difende il suo ex Alessio Mantineo dall'accusa di averle dato fuoco. Scoppia il litigio con la madre e arriva il 113.
“Non è stato Alessio Mantineo e io lo difenderò fino alla morte”. Ylenia Bonavera lo ripete quasi urlando alle telecamere di Barbara D’Urso che la intervistano nel corridoio del Policlinico di Messina dove è ricoverata dall’alba dell’8 gennaio, quando si è presentata con ustioni sul 13% del corpo. Rivolgendosi direttamente alla conduttrice, la 22enne non ci sta alla versione del gip Eugenio Fiorentino che, con evidenti prove alla mano, ha confermato l’arresto del suo ex. E alla madre Anna Grasso, che le intima di chiudere il collegamento con Pomeriggio 5, risponde con un insulto. “Lei gli butterebbe la benzina addosso per vederlo morire - spiega Ylenia -. Lei vuole accanto a me comandanti, avvocati: uno che lavora in un supermercato non va bene”. I toni tra madre e figlia si accendono, la situazione sfugge di mano e i medici del reparto di chirurgia plastica chiamano il 113.
La storia di Ylenia e Alessio è un ginepraio. Convivevano da tre anni e mezzo ma le cose non andavano bene. A causa delle “rispettive famiglie” sostiene Alessia, che non vedevano di buon occhio la relazione dal momento che nessuno dei due lavorava. “Però nonostante tutto noi ci vedevamo ugualmente - confessa la 22enne alla D’Urso - perché l’amore è così: va oltre tutti gli ostacoli, o mi sbaglio, Barbara?”. I vicini, però, descrivono un'altra realtà: Ylenia e Alessio litigavano spesso, lei lo aveva lasciato, lui non l'aveva presa bene e la tempestava di telefonate e improvvisate ora patetiche, ora rabbiose.
Se la verità come sempre sta nel mezzo, le immagini riprese dalla telecamera di un distributore di benzina, che hanno immortalato Alessio mentre, alle 4.25 del mattino della notte tra sabato e domenica riempie una bottiglia con 1 euro di benzina, sono una "coincidenza" difficile da spiegare. Tant'è: mentre i difensori di lui ripetono che quella benzina era per lo scooter, Ylenia non ha dubbi sull’innocenza di Alessio. “Quel sabato ci siamo incontrati a ballare e lui mi ha dato dei soldi per divertirmi - racconta alla D’Urso -. Divertiti, mi ha detto. Io ti osservo da lontano”. Dettaglio inquietante, che però nessuno contesta.
Lei è tornata a casa con le amiche e un’ora dopo qualcuno si è presentato alla sua porta, a volto coperto, “mi ha spinto e mi ha versato la benzina. Ma dico - si domanda -, che motivo c’era: un’ora prima darmi i soldi, baciarmi, stringermi, ballare e poi darmi fuoco? Dammi una spiegazione tu” chiede alla D’Urso. È a questo punto dell’intervista che irrompe la madre e volano gli insulti e pure un “qui stiamo parlando con un’intervistatrice con le palle”.
Sia come sia, Alessio è in carcere perché, come ha scritto il gip nell’ordinanza “voleva ucciderla” e quello di Ylenia è “un goffo tentativo di scagionare il proprio ex fidanzato”. Che invece resta in carcere, considerando “la studiata pervicacia criminale della quale l'indagato ha dato contezza", il fatto che abbia "agito con premeditazione”, "con crudeltà" e con modalità che "palesano la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive”. Insomma, vista la "natura violenta e il concreto timore che possa reiterare la condotta" niente arresti domiciliari.
Se per accertare le responsabilità bisogna aspettare che la giustizia faccia il suo lavoro, resta da riflettere come sia possibile che mentre il Gip descrive nero su bianco "la brutalità dell'azione commessa, che si presenta come un'aggressione qualificata da un'inusitata carica di violenza, spia dell'allarmante personalità dell'indagato e sintomatica di un effettivo contegno persecutorio", e denuncia "il rischio di reiterazione criminosa, essendosi rilevato il prevenuto del tutto incapace di porre un freno ai propri istinti criminali”, in studio, Barbara D’Urso riesca a domandare: “Ma lo sai che ci sono uomini che fanno queste cose per troppo amore?”. Questo non è troppo amore, questa è criminalità, cara "intervistatrice con le palle".