Re Harald di Norvegia: chi siamo? Gay, etero, profughi, credenti e non

Il discorso di Re Harald di Norvegia commuove i sudditi e conquista i quattro angoli della rete: mai nessuno, prima di lui si era sbilanciato tanto a favore delle minoranze.

Il discorso di Re Harald V di Norvegia è il più all'avanguardia in tema di diritti. © Sipa

Se l’erba voglio non esiste neanche nel giardino del Re, Re Harald di Norvegia è l’eccezione. Perché solo un Re che vuole un Paese (e un mondo) migliore è capace di pronunciare un discorso come quello che ha sorpreso i sudditi e commosso il web, rimbalzando dal giardino del palazzo reale di Oslo ai quattro angoli della grande ragnatela digitale. “I norvegesi sono ragazze che amano ragazze, ragazzi che amano ragazzi, e ragazzi e ragazze che si amano l’un l’altro. I norvegesi credono in Dio, in Allah, in tutto e in nulla. Sono norvegesi anche quelli venuti dall’Afghanistan o dal Pakistan, dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia e dalla Siria”. Parola di Harald V.

Mai nessuno, prima di lui, si era spinto tanto in là nell'inclusione delle minoranze. Soprattutto in un Paese dove il movimento xenofobo non va per il sottile. Sia come sia, fedele alla sua sua fiducia, Re Harald ha chiosato: “Non è sempre facile dire da dove veniamo, a quale nazionalità apparteniamo, ma casa è dove sta il nostro cuore. E questo spesso non si trova all’interno dei confini di uno Stato”. 

Settantanove anni, da 15 sul trono, amatissimo dai suoi 5 milioni di sudditi, Re Harald non ha paura di ridisegnare i confini del mondo e della società. Ne aveva già dato prova nel 2001 quando Haakon Magnus, suo figlio, ha sposato nel Duomo della capitale la sua Cenerentola, Mette-Marit Tjessem-Høiby, una ragazza madre con un passato da tossicodipendente.

Re Harald è così, va sicuro per la sua strada, guardando la realtà dritta negli occhi. Lo ha fatto anche dal balcone del Palazzo, quando si è rivolto a un nugolo di ragazzi assiepati: “In altre parole, tu sei la Norvegia, noi siamo la Norvegia. La mia più grande speranza è che saremo in grado di prenderci cura l’uno dell’altro. Che potremo ancora fondare il nostro Paese su fiducia, solidarietà e generosità”. L’erba voglio esiste: sta nel giardino di Re Harald di Norvegia.

 

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