Carlotta Benusiglio: chi era la stilista morta a Milano?

37 anni, una carriera in ascesa e un marchio - Blume - per creare "un significato e un'espressione nell'arte del disordine costruttivo". Un'arte destinata a morire con Carlotta Benusiglio la stilista trovata impiccata a Milano tra i misteri. 


Carlotta Benusiglio è morta a Milano in circostanze che restano tutte da chiarire. Di lei ci restano la sua arte e le sue collezioni create con il marchio Blume.


Blume in tedesco significa fiore e, potenza della filologia, ricorda molto l’inglese bloom, letteralmente sbocciare nella lingua di Sua Maestà. In Italia, però, BLUME – almeno nelle ultime ore – è tristemente sulla bocca di tutti per un motivo ben meno romantico: proprio così, infatti, si chiamava la casa di moda di Carlotta Benusiglio, la stilista morta a Milano in circostanze ancora tutte da chiarire. 

E mentre ufficialmente si parla di suicidio, e mentre la famiglia non riesce a riconoscere la gioiosa sorella e la figlia, energetica e risoluta, in quella donna che – stando alle prime indagini – avrebbe deciso di togliersi la vita impiccandosi a un albero poco distante dalla casa dove aveva lasciato il computer acceso e i tre gatti in attesa di una coccola notturna, al popolo della moda non resta che ricordare Carlotta attraverso la sua arte perché, guardando alle collezioni di questa griffe che pian piano si stava affacciando al successo passando per la confezione di abiti creati su misura per le amiche di sempre, di autentica arte si sta parlando. 

Blume – si legge sul sito – è “un’anima senza tempo per una scelta senza stagioni”, una serie di collezioni dove il colore è messo in un angolo perché il design dei capi è dettato – nella filosofia della stilista – “dall’alta qualità dei materiali e dalla loro lunga ricerca” che permette di creare geometrie capaci di “esplorare superfici decostruite andando oltre il senso comune dei tagli e delle decorazioni”. Insomma tra lunghi gilet, abiti impalpabili, scollature importanti e maxi capi dal taglio tanto rigido quanto asimmetrico nel DNA della griffe scorre un “pensiero inossidabile” a 360° capace di trovare “un significato e un’espressione nell’arte del disordine costruttivo”. 

O almeno, questo disordine, artistico, creativo e vivo, scorreva. Ora non scorre più e lascia il posto alle tinte fosche di un giallo da pagine di cronaca, al disordine di una vita spezzata sotto un temporale in una notte milanese che sembrava autunnale. A questo disordine la famiglia non vuole credere, a questo giallo - chi voleva bene a Carlotta - non vuole rassegnarsi. E il perché è presto detto: questo disordine, guardando alle sue creazioni che oggi ci appaiono come un testamento, non sembrava far parte della creatività di Carlotta. Ma nemmeno della sua vita, né della sua morte.

Il dubbio, quindi, adesso appartiene a tutti: cos’è accaduto, davvero, a Carlotta? La polizia indaga. La famiglia spera nella verità.

Copyright foto: Blume Blu Facebook

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