Giornata mondiale contro l'omofobia: il punto tra conquiste e sconfitte

Il 17 maggio è l'occasione per fare i conti con il popolo lgbt: tra il report mondiale dell’Ilga e quello italiano dell'Arcigay, emerge una realtà controversa. 

In 13 paesi l'omosessualità è ancora punita con la pena di morte. In Italia la legge contro l'omofobia è ferma da 300 giorni alla Commissione Giustizia del Senato.


Tra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà. Perché se negli ultimi anni di passi avanti per riconoscere uguali diritti alle coppie gay ne sono stati fatti tanti, altrettanti ne restano da fare. Il 17 maggio - anniversario di quel giorno del 1990, quando l’Oms cancellò l’omosessualità dall’International Classification of Diseases, ovvero l’elenco delle malattie riconosciute - è il giorno in cui il mondo fa il punto con il report annuale dell’Ilga, International Lesbian, Gay, Bisexual and Trans and Intersex association, la federazione mondiale che in 125 stati, dal 1978, insegue la parità. Ebbene, il ritratto che emerge nel 2016 racconta passi avanti, indietro e di lato. 

Racconta conquiste - l’ultima quella in Italia dove, approvate le Unioni Civilile coppie delle stesso sesso hanno ottenuto il riconoscimento dei loro diritti; la penultima nella cattolicissima Irlanda dove un referendum popolare ha dato il via libera alle nozze gay - e racconta sconfitte. Perché se in 13 paesi i gay rischiano la pena di morte, in altri 75 finiscono in prigione, con pene che arrivano fino all’ergastolo. 

Racconta la schizofrenia della società dove quasi 7 genitori su 10 (il 68%, per la precisione) si dicono angosciati dall’idea di avere un figlio omosessuale e altrettanti (il 67%) invocano uguali diritti per tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale. Il fatto che l’altra fetta di cittadini (il 45% degli intervistati in Africa, il 34% degli asiatici, il 17% degli europei e il 15% degli americani) vorrebbe che l’omosessualità dovrebbe essere considerata e punita come un crimine, la dice lunga sulla vita di tutti i giorni del popolo lgbt, condannato a fare i conti con violenze verbali, dileggi, discriminazioni, diritti negati, violenze e nel peggiore dei casi con l’omicidio. In una parola con l'omofobia.

Perfino nel nostro Paese: "Di omofobia e transfobia in Italia si muore ancora - ha dichiarato Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay - lo testimoniano i due omicidi e i due suicidi che compaiono nel rapporto (stilato dall’associazione in occasione del 17 maggio, n.d.r.), assieme a tutti gli altri sommersi, invisibili". Perché la cronaca racconta solo la punta di un iceberg dove la maggior parte delle vittime tace per paura. "Le persone lgbt - prosegue Piazzoni - sono socialmente fragili, esposte a pericoli peculiari della loro condizione. Le persone omosessuali e transessuali sono bersagli privilegiati di rapine, pestaggi, stupri. Inoltre, gay e lesbiche, quando non visibili, diventano bersagli di ricatti ed estorsioni. E, come le persone trans, sono di frequente fatte oggetto di derisione, di insulti, di limitazioni alle libertà personali, di discriminazioni, di bullismo a scuola, di mobbing sul lavoro".

Violenze perpetrate da chiunque, perché l’omofobo è insospettabile e attraversa la società in maniera trasversale: "ci sono omofobi appartenenti alla classe dirigente, politici, funzionari pubblici, commercianti, studenti, padri e madri di famiglia - spiega Piazzoni citando i dati raccolti nel report -. Sono italiani o stranieri. E soprattutto sono giovani o vecchi. L'omofobia, insomma, non ha età, ruolo sociale, provenienza geografica, estrazione economica o culturale. È ovunque e colpisce le persone lgbt indistintamente, da sole, in coppia o in gruppo, nei luoghi affollati e in quelli isolati, di notte o in pieno sole". Ecco perché il prossimo passo avanti dell’Italia dovrebbe essere “una legge contro l'omotransfobia", che come puntualizza Piazzoni "giace immobile da oltre 300 giorni alla Commissione Giustizia del Senato". Una legge che potrebbe essere il motore immobile di una rivoluzione in grado di "trasformare l'Italia in un Paese migliore".

Copyright foto: Fotolia
Potrebbe anche interessarti
Il documento intitolato « Giornata mondiale contro l'omofobia: il punto tra conquiste e sconfitte » dal sito Magazine delle donne (magazinedelledonne.it) è reso disponibile sotto i termini della licenza Creative Commons. È possibile copiare, modificare delle copie di questa pagina, nelle condizioni previste dalla licenza, finché questa nota appaia chiaramente.