Foto nudi femminili: censurata la mostra in Danimarca
"Indecente": le autorità danesi hanno censurato i nudi femminili della serie "Female Beauty" scattati dalla fotografa Mathilde Grafström. Il dibattito tra nudità e oscenità è sbarcato in rete.
Le foto di Mathilde Grafström raccontano la bellezza del corpo nudo delle donne. Una bellezza provocatoria e ancestrale, troppo forte, addirittura “indecente” secondo le autorità danesi che hanno bloccato l’esposizione della serie Female Beauty gridando allo scandalo laddove c'era un preciso intento artistico. Tant'è: la mostra che sarebbe dovuta andare in scena in piazza Nytorv a Copenaghen è sbarcata in rete, su Instagram e Facebook, saltellando da una bacheca all'altra, da un articolo all'altro conquistando una fetta di pubblico decisamente più ampia.
"Ho lavorato con queste donne per mostrare la loro bellezza dove non riuscivano a vederla - spiegava la Grafström prima della censura - allo stesso tempo, sono al lavoro per trovare la mia bellezza. Si tratta quindi di un progetto terapeutico per le ragazze e per me". Peccato che di quel progetto terapeutico dove i corpi galleggiano a pelo d’acqua, si arrampicano sul tronco di un albero, fanno capolino nel bosco si sia fatta una strumentalizzazione che nel Terzo Millennio suona bigotta.
Non sono corpi violentati bensì corpi che devono (a questo punto dovevano, per lo meno agli occhi dei cittadini di Copenaghen) ritrovare la loro “libertà” per fare pace con la loro forma: “Penso che i miei fianchi e i miei seni siano troppo piccoli", ha scritto sul suo sito web l’autrice che “a volte, quando il mio ragazzo sta guardando il mio corpo, penso di essere poco attraente”. Un pensiero che condivide con molte altre donne e per questo è decisa a dissacrarlo una volta per tutte. “È importante che i miei modelli capiscano che le foto che ho voglia di fare non vogliono catturare solo il fisico ma l'energia vitale e la bellezza che contiene”.
Un desiderio che per ora l’autrice dovrà mettere da parte anche se la decisione delle autorità danesi di bloccare la mostra ha fatto parecchio discutere scatenando un dibattito nella società danese sulla differenza tra nudità e oscenità. “Sono rimasta scioccata - racconta la Grafström -. Non riesco a capire davvero perché considerino le mie foto offensive". Un dubbio che ha cinguettato su Twitter: "Perché rimuovere questa foto artistica di valore poetico? Cosa c'è di offensivo?". Il responso le ha dato fiducia: "Ho molti sostenitori che hanno deciso di condividere le mie foto. Questo è il miglior sostegno che io possa avere". Ed è il miglior risultato che potesse sperare: anche se la mostra non s’ha da fare, i suoi nudi s’hanno da guardare e grazie alla censura - suona bislacco ma capita anche questo -, in questo momento lo stanno facendo ai quattro angoli del mondo.
Copyright foto: Instagram@Mathilde Grafström
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