Devitalizzare un dente: a cosa serve e cosa avviene
Devitalizzare un dente è un processo che può servire a conservarlo in caso di danni particolari. Ecco di cosa si tratta.
Devitalizzare un dente, dice qualcuno, è un po' come imbalsamarlo, proteggerlo e lasciarlo nel suo stato quando ci sono dei problemi specifici: meglio di un'estrazione, ma più complesso di un'otturazione, per intenderci. Ecco quel che spiega sul tema l'Associazione dentisti italiani.
Cos'è la devitalizzazione di un dente?
Per devitalizzazione intendiamo in realtà, più propriamente, terapia endodontica o terapia canalare. Si tratta cioè di una processo pensato per permettere di conservare i denti che hanno subito gravi danni a causa di alcune carie o di una frattura, tanto che la polpa dentaria (il nervo) è compromessa. Questa viene rimossa nel modo più completo possibile, mentre i canali delle radici dentali vengono allargati e otturati con materiale idoneo per evitare che ci sia spazio per i batteri.
La seduta
Le tecniche sono diverse e ogni specialista, ovviamente, ha la sua. Come detto i passaggi principali sono sagomatura, detersione e otturazione. In alcuni casi è necessario poi mettere una corona sul dente, per proteggerlo. L’intervento avviene in via ambulatoriale in anestesia locale, quindi è indolore, anche se ovviamente di durata variabile, a seconda dei casi.
Fa male?
Contro dolore e gonfiore il medico prescriverà antidolorifici, antibiotici e antiedemigeni, così che nel giro di 2 o 3 giorni il dolore diminuisca quasi del tutto. A parte il dente in sé il dolore potrebbe riguardare la fase di masticazione e i tessuti intorno alla radice del dente.
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