Il Piccolo Principe, al cinema il capolavoro di Saint-Exupéry
Dal 1° gennaio al cinema, il film di animazione ispirato al libro racconta la storia di un anziano pilota e una bambina che diventano amici, sfidando un modo che li vorrebbe trasformare in adulti senza immaginazione. Sullo sfondo, l'immortale storia del Piccolo Principe.
Diventare grandi continuando a sognare? Non è facile, ma si può. È il messaggio che un anziano e strampalato aviatore, controfigura di Antoine de Saint-Exupéry, tenta di passare alla sua giovanissima vicina di casa, stressata dai piani per il futuro di una mamma in carriera.

Il poster del film Il Piccolo Principe
Portare sul grande schermo un classico della letteratura infantile come il Piccolo principe non era una sfida facile. Il regista Mark Osborne, già creatore di Kung Fu Panda, ha scelto la strada della contaminazione: due storie parallele, con stili grafici diversi (quella che ricalca il libro originale è in un poetico stop motion), di due bambini in lotta per non farsi appiattire dalle regole dei grandi. Per fortuna ci penserà Saint-Exupéry, che nella realtà purtroppo non ha fatto in tempo ad invecchiare, a mettere in chiaro che essere adulti non vuol dire per forza diventare grigi e noiosi.

Il regista Mark Osborne ha riscritto “Il piccolo Principe”.
Progetto costato oltre 80 milioni di dollari, il film si avvale del doppiaggio di, tra gli altri, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Alessandro Gassmann e Toni Servillo. Certo, immaginarsi un Piccolo Principe ventenne farà storcere il naso ai puristi del libro, che rimpiangeranno anche il finale struggente sostituito da uno molto più facile da digerire. Ma a giudicare dalle reazioni della sala, gli spettatori più giovani non si faranno di questi problemi. Il messaggio finale rimane comunque lo stesso: “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Ed emerge anche una verità molto utile sia ai bambini che ai genitori: nonostante cerchino di dimostrare il contrario, gli adulti non sono poi così sicuri di quello che stanno facendo. Ma proteggersi diventando schiavi delle abitudini non serve a niente. Meglio rilassarsi e ricordarsi di guardare le stelle. Per preoccuparsi c’è sempre tempo.
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