Vene varicose: come attenuarle

Sedentarietà, mancanza di movimento, sovrappeso, obesità e il dover stare tante ore in piedi, magari per lavoro, possono accentuare un disturbo molto diffuso: le vene varicose. L'esperto ci spiega come affrontarle.
 

Le vene varicose sono un disturbo molto comune tra le donne. ©  zlikovec/123RF

Più che di disturbo, nel caso delle vene varicose è il caso di parlare di vera e propria patologia, che interessa sempre di più anche soggetti di sesso maschile, soprattutto se in sovrappeso. Il dottor Savino Pasquadibisceglie, medico di chirurgia vascolare dell'Ospedale San Gerardo di Monza e membro del comitato scientifico di Esteticadonna ci spiega quali cattive abitudini evitare e che comportamenti corretti assumere per attenuarle. "Le vene varicose sono associate a una serie di sintomi, fra cui pesantezza, gonfiore, prurito e bruciore e raramente si associano a vero e proprio dolore, nel cui caso è bene indagare eventuali altre cause", spiega il dottore, "fondamentale è eseguire esami diagnostici e valutazioni specialistiche nel caso di flebiti e trombosi, che possono essere o meno associate alla patologia varicosa".

Cosa sono le vene varicose

Le vene varicose, patologia che interessa oltre un quarto della popolazione italiana, sono vasi sanguigni che, per motivi diversi (vedi paragrafo successivo) hanno perso il loro tono e la loro elasticità, e appaiono ingrossate e con dei "nodi" caratteristici proprio di questa patologia. Si tratta di "vene rilevate e tortuose evidenti a livello degli arti inferiori", spiega l'esperto, "espressione di quella che definiamo malattia venosa cronica".

Le cause

Le cause delle vene varicose possono essere molteplici: dalla familiarità (le possibilità aumentano a seconda di quanto è prossimo il parente che già ne soffre) all'insufficienza venosa (la causa principale), alla sedentarietà, età (con il passare degli anni, le vene e le valvole perdono elasticità), obesitàtrombi a carico delle vene profonde, gravidanza (per via di cambiamenti ormonali e aumento significativo del peso), compromissione dei vasi, cattivo funzionamento della pompa muscolare (che spinge il sangue dalla periferia verso il cuore), uso della pillola anticoncezionale e, infine, esposizione prolungata al sole.

I sintomi

Ci sono dei sintomi che, ben prima che le vene assumano l'aspetto di varici vere e proprie, ovvero sporgenti, tortuose e bluastre, possono metterci in allarme. Tra questi, dobbiamo tenere d'occhio soprattutto l'insorgenza di formicolio a gambe e piedi, crampi notturni, gonfiori ai piedi e alle caviglie, indolenzimento degli arti, bruciore alle gambe, presenza di noduli duri sotto la pelle, prurito attorno alle vene e alle caviglie (sulle quali possono presentarsi anche delle piaghe), pelle che appare come "scolorita" in prossimità delle vene più evidenti.

Il ruolo del fumo

Il fumo viene da sempre indicato come un fattore di rischio per chi è predisposto alle vene varicose. Il dottor Pasquadibisceglie, però, va più cauto: "Attualmente non vi è forte evidenza che il fumo possa condizionare negativamente l’insorgenza di vene varicose. È invece  evidente che, partendo da una predisposizione, la postura eretta e ferma possa influire sul problema". Bisogna invece fare attenzione all'abbigliamento: se si soffre di questo disturbo mai indossare tacchi molto alti o jeans troppo stretti intorno a gambe e inguine.

Le posture da adottare

Per avere sollievo ai sintomi delle vene varicose, l'azione più corretta da fare è sollevare le gambe, come spiega l'esperto: "La cosa migliore, ma non sempre possibile, è la posizione detta "del capo ufficio", cioè con gambe appoggiate alla scrivania. In gergo si definisce 'arto in scarico' la posizione sollevata delle gambe che agevola il ritorno venoso", ovvero dalla periferia verso il cuore.

L'importanza del camminare

Il dottore sottolinea l'importanza del camminare il più possibile, perché ogni passo è come una vera e propria "pompa" del sangue dalla periferia al cuore. "È sempre buona norma camminare, durante il giorno, anche all’interno di spazi chiusi o addirittura sul posto, in certe circostanze. Ogni passo è una spinta in più per agevolare il sangue venoso nel suo viaggio verso il cuore". Anche un'attività fisica leggera ma costante per allenare le gambe può fare tantissimo.

Per chi lavora in piedi

Chi lavora a lungo in piedi ma deve restare il più delle volte statico (come commessi e camerieri, per esempio) può osservare un peggioramento di questa patologia. Ecco perché sarebbe "importante camminare il più possibile", ribadisce nuovamente il dottore, "mantenere le gambe sollevate ed evitare di stare a lungo fermi. Durante il riposo notturno può aiutare il dormire con le gambe leggermente sollevate, magari ponendo un cuscino basso sotto il materasso ai piedi del letto".

Le calze a compressione graduata

Le calze a compressione graduata aiutano lo svuotamento venoso, favorendo il sangue nel suo percorso dalla periferia al cuore, proprio come se fossero una pompa supplementare. "Usare calze riposanti, negli stadi iniziali, e terapeutiche (su indicazione specialistica) negli stadi più avanzati, è fondamentale per migliorare i sintomi e prevenire l’evoluzione della malattia venosa cronica e della patologia varicosa".

I rimedi fitoterapici e naturali

"Il mercato degli integratori alimentari è molto ricco di prodotti che migliorano la funzionalità del microcircolo (anche se non risolvono il problema alla radice, ndr), il tono venoso e il drenaggio linfatico. I principi attivi generalmente si basano su sostanze di derivazione ed estrazione naturale come flavonoidi, bromelina e cumarinici contenuti negli agrumi, nella vite rossa, nell’ippocastano. Vi sono anche farmaci specifici, per cui è buona norma riferirsi al proprio medico  o al proprio farmacista di fiducia".

Gli interventi chirurgici 

Esistono due tipologie di trattamento della patologia varicosa: di carattere estetico e funzionale. Questo perché "le varici non sono soltanto un disagio dal punto di vista dell’immagine", spiega il dottore, "ma possono associarsi anche a sintomi e complicanze". Generalmente, su indicazione dello specialista, "si può intervenire con trattamenti chirurgici che di solito hanno carattere ambulatoriale, fra cui la rimozione della vena safena (operazione detta stripping, che può essere lungo, se l'asportazione riguarda il tratto dall'inguine alla caviglia, e corto se va dall'inguine al ginocchio, ndr) e delle vene varicose extrasafeniche, il trattamento con laser, radiofrequenza, i trattamenti emodinamici conservativi e la scleroterapia". A questi trattamenti si associa la chirurgia endoscopica (che prevede l'utilizzo di una piccola telecamera) e l'ablazione a radiofrequenza (che si utilizza per le vene varicose più grandi).

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