Il feto canta Bach a 16 settimane: la scienza esulta, la rete impazzisce

A 16 settimane di gestazione il feto balla e canta nella pancia della mamma: il Marques Institut di Barcellona presenta sulla rivista Ultrasound i risultati della scienza e il web applaude al video, subito virale.

La ricerca scientifica del Marques Institut di Barcellona svela che un feto, già a 16 settimane, riesce a sentire le musiche e i rumori.

 

Il feto? Ad appena 16 settimane di gravidanza canta nella pancia della sua mamma o, comunque, secondo la scienza, è in grado di sentire la musica. Ecco il risultato dello studio rivoluzionario condotto del Marques Institut di Barcellona che ha anche “immortalato” uno dei piccolissimi protagonisti della ricerca in un video che è presto diventato virale. Andiamo con ordine.

Si sa che, dopo solo 16 settimane nel grembo materno, i feti hanno già le orecchie completamente formate ma, quello che si pensava, era che iniziassero a poterle utilizzare per percepire i rumori solo a partire dalla 26esima settimana di gravidanza e comunque, solo in casi eccezionali, non prima della 18esima

Ora, però, l’analisi condotta sul campo dal gruppo di studi spagnolo cambia tutto. Per la ricerca sono state coinvolte donne incinte tra la 14esima e la 39esima settimana e i ricercatori hanno utilizzato gli ultrasuoni, trasmessi per via addominale e intravaginale, per osservare le reazioni dei feti a questi stimoli. Il risultato è stato sbalorditivo. I microscopici futuri bebè dopo aver ascoltato una serie di composizioni di Johann Sebastian Bach hanno risposto allo stimolo nel 45% dei casi improvvisando una piccola danza (cioè muoveva la testa e gli arti spontaneamente) e nel 30% dei casi muovendo la bocca o spingendo fuori la lingua come se volessero cantare.

E poi? Fine della musica e fine delle danze visto che appena la sinfonia arrivava alla fine, gli ospiti dei grembi considerati smettevano immediatamente di muoversi e di canticchiare. Al di là delle (indubbie e divertentissime) particolarità di questa prova, i risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Ultrasound, potrebbero avere anche implicazioni importanti; prima di tutto, per escludere eventuali problemi di udito del feto e poi fornendo un importante strumento alle future madri per interagire ante tempo con i loro piccoli stimolando la loro capacità di comunicazione.  Insomma: i (futuri) bambini potrebbero iniziare ad accumulare informazioni già prima di venire al mondo. 

"Sappiamo che è importante parlare ai bambini fin dalla loro nascita per promuovere la stimolazione neurologica – ha concluso soddisfatta la coordinatrice dello studio Marisa Lopez-Teijone ora abbiamo la straordinaria opportunità di farlo già molto, molto prima”.

 Copyright foto e video: You Tube 

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