Nobel: alla cinese Youyou Tu, il premio per la Medicina
Youyou Tu è la 12esima donna e il primo medico cinese a ricevere il Premio Nobel. Ogni anno il suo farmaco a base di artemisina, scoperto in una ricetta tradizionale vecchia 1600 anni e poi perfezionato, salva, solo in Africa, 100mila malati di malaria.
È una donna, è cinese, le sue radici affondano nella medicina tradizionale: si chiama Youyou Tu, ha 84 anni e si è appena aggiudicata il Premio Nobel per la Medicina grazie ai suoi studi sull'artemisinina, il principio attivo efficace contro la malaria.
La notizia fa notizia per tanti motivi: primo, perché le sue scoperte hanno contribuito a ridurre sensibilmente il tasso di mortalità; secondo perché è stata non solo la medicina (materia in cui si è laureata a Pechino nel 1955) ma soprattutto la sua attitudine a partire anzitutto dalla natura - sviluppata durante i 13 anni in cui fu assistente presso l’Accademica di medicina tradizionale cinese, poi professore associato presso lo stesso istituto - ad aver fatto la differenza; terzo, perché è una donna (la dodicesima ad aver ricevuto il Nobel); quarto perché nessun cinese, prima di lei, era mai stata insignita a Stoccolma.
Anche se il grande pubblico scopre solo oggi quest'ibrido di sapienza tutta al femminile, tra i ricercatori Youyou Tu è nota dal 1987 quando si aggiudicò l'Albert Einstein World Science Prize e poi, ancora, nel 2011 quando vinse il Lasker Award e il settimanale NewScientist raccontò quella donna minuta e riservata che dagli anni Sessanta, senza clamore e con dedizione, ha cercato una soluzione per ridurre i sintomi della malaria. Finché non l’ha trovata nell’artemisia e ogni anno, grazie al farmaco messo a punto, la malaria uccide il 20% in meno: tradotto, solo in Africa, sono 100mila vite che continuano.
Quella di Youyou Tu è stata una carriera silenziosa, portata avanti tra gli anni '60 e '70, in piena Rivoluzione Culturale Cinese, anni in cui intellettuali e scienziati non se la passavano per nulla bene nella Repubblica Popolare Cinese di Mao Zedong. Tuttavia, l’esigenza di trovare una soluzione per aiutare l’alleato (uno dei pochi) Vietnam del Nord in guerra con Stati Uniti e Vietnam del Sud ma, sopratutto flagellato dalla malaria che faceva più vittime dei proiettili (anche perché la clorochina, il farmaco usato fino ad allora, stava iniziando a dare i primi fenomeni di resistenza) Mao autorizzò un progetto di ricerca segreto, il 523, che nel codice altro non racchiude che la data di inizio delle ricerche che, nel calendario occidentale coincide con il 23 maggio 1967.
Youyou Tu entrò nel team dopo due anni di ricerche inconcludenti che convinsero Mao a cercare esperti anche all'Accademia di Medicina Tradizionale di Pechino: “Quando iniziai - ha raccontato il premio Nobel -, erano già stati testati 240 mila composti in Cina e Stati Uniti, senza risultati positivi”. Youyou Tu si mette al lavoro e, per osservare di persona gli effetti della malaria, viene spedita nello Hainan, la regione del sud devastata dall'epidemia. Dal momento che il marito, come parecchi intellettuali, era stato mandato ai lavori forzati, fu costretta ad affidare la figlia di 4 anni in un collegio di Pechino. Un periodo abbastanza lungo perché, al suo ritorno, la piccola non la riconoscesse. Ma nemmeno in quell’occasione Youyou Tu si scompose: “Il lavoro era una priorità assoluta - ha spiegato - a costo di sacrificare la mia vita personale. Vidi molti bambini all'ultimo stadio della malattia, li vidi morire molto velocemente”.
Perciò, molto velocemente, insieme a tre assistenti, scandagliò 2000 ricette di medicina tradizionale ed elaborò 380 preparati naturali da testare su topi contagiati. La lampadina si accese quando si ritrovò tra le mani la ricetta vecchia 1600 anni che, sfruttando un estratto di artemisia annuale si dimostrò efficace contro le febbri a intermittenza. Un’efficacia che, però, andava perfezionata perché il passaggio in acqua bollente danneggiava il principio attivo. Bastò usare un solvente diverso, che bollisse a 35 °C e il risultato si manifestò come un’epifania: il preparato funzionava al 100% su topi e scimmie.
Coraggiosa e sicura di sé si offrì volontaria per escludere effetti collaterali sull'uomo e solo dopo l'artemisinina fu testata su lavoratori che si erano ammalati. I risultati arrivarono trenta ore dopo la prima somministrazione, quando la febbre iniziò a diminuire e i parassiti a sparire dal sangue. Nonostante un Eureka grande così, i risultati furono pubblicati solo nel 1977, in forma anonima perché anche se la Rivoluzione Culturale Cinese aveva allentato le maglie, il lavoro di un gruppo contava ancora più del singolo individuo.
E siamo arrivati al 2015, anno in cui Youyou Tu, finalmente, ha ricevuto tutti gli onori negati nel passato perché è grazie a lei se, ancora oggi, l’artemisina salva migliaia di vite ogni anno. A chi si fosse domandato se, riconoscendo il lavoro di Tu, il Comitato svedese abbia voluto assegnare un Nobel alla Medicina Tradizionale Cinese, la risposta è una secca smentita: “No, non alla medicina tradizionale cinese, ma a un singolo individuo che ad essa si è ispirato, e che ha poi proseguito in modo indipendente”.
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