La vittoria del piccolo Zeid: dopo lo sgambetto in Ungheria, l'arrivo in Germania

Zeid e Osama sono i profughi siriani sgambettati da Petra Lazlo in Ungheria. Ora sono arrivati in Germania insieme all'altro figlio, Mohmmad: in un selfie su "Human of the refuge" il segno della vittoria. 

Il piccolo Zeid, il papà Osama e il fratello Mohmmad, scappati dalla Siria, sono arrivati in Germania.


Avevamo lasciato Zaid e suo padre Osama a Roszke, nell'Ungheria meridionale al confine con la Serbia. Erano a terra, dopo quello sgambetto di Petra Lazlo. Li abbiamo ritrovati in Germania, insieme a Mohmmad, l’altro figlio 19enne di quell’allenatore di calcio fuggito dalla Siria infestata dall’Isis dove immaginare un futuro è un sogno proibito, almeno per un po’ di anni. Il selfie che si sono scattati racconta la vittoria nel segno che fa Zaid con la mano, nel sorriso stanco ma soddisfatto di papà Osama, nella felicità negli occhi di Mohmmad.      

Pubblicata sulle pagine Facebook siriane e condivisa poi sul portale Human of the refuge da un italiano, Giovanni Pisu, lo scatto è l’immagine del riscatto dopo una fuga durata troppo a lungo, tra le milizie dell’Isis che hanno arrestato Osama - riuscito poi a fuggire passando per la Turchia - e poi quello sgambetto costato il posto di lavoro (e la faccia) alla giornalista che si è fatta prendere la mano (in questo caso la gamba).   

Ma la famiglia di Osama non è certo l’unica ad aver raggiunto la Germania: solo domenica oltre 12 mila migranti e profughi hanno raggiunto Monaco di Baviera, ormai arrivata a una situazione molto difficile da gestire: "Non sappiamo più come fare con i profughi", ha detto il sindaco Dieter Reiter appellandosi agli altri Länder ad accogliere più migranti. Situazione difficile anche in Ungheria, dove, nelle ultime 24 ore sono entrati oltre 4 mila migranti e profughi dalla Serbia: un nuovo record di arrivi per una sola giornata al punto che la zona di Roszke è ormai in preda a un’emergenza umanitaria: Human Rights Watch parla di "situazione spaventosa" soprattutto per le condizioni igieniche del campo profughi.

Per non parlare delle decine di persone che stanno scavalcando la barriera metallica e il filo spinato di quel muro che Budapest sta finendo di costruire lungo i 175 km di frontiera con la Serbia: una fuga che dal 15 settembre costerà ai migranti l'arresto immediato, secondo le disposizioni del governo Orban.

Copyright foto: Human of the refuge
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