Sono timida, ma mi curo!

Ci sono 1001 modi di essere timide. Scoprite perché lo siete e come superare l'ansia per non essere più soffocate dalla timidezza al vostro prossimo discorso in pubblico.

La timidezza è del tutto normale: ad ognuno di noi capitano delle situazioni in cui non ci si sente a proprio agio, basta solo non far sfociare questo problema in una fobia sociale, ben più difficile da combattere.


Un giorno nella vita di una timida 

Questa mattina vi siete svegliate con un pugno nello stomaco : alle 10 dovrete presentare il vostro progetto davanti a 30 persone. Ore 10.30 : è andata piuttosto bene. Naturalmente, avete balbettato un po' e vi siete avvicinate, almeno per i primi cinque minuti, al colore di un pomodoro maturo. Ma alla fine, tutti sembravano apprezzare il vostro progetto e ve ne siete uscite con tutti gli onori.  A pranzo nella mensa del gruppo andate a urtare contro il nuovo arrivato che non è per nitente male e appena vi invita ad andare a bere una cosa iniziate a balbettare.
Prima del Vostro appuntamento, andate a fare la spesa nel vostro supermercato abituale. Pur con i tacchi, non riuscite ad arrivare agli scaffali più alti. C’è un venditore accanto a voi ma non avete il coraggio di disturbarlo e preferite piuttosto andarvene.
19.00 : è l’ora del vostro appuntamento. Dopo i primi attimi di imbarazzo, il vostro accompagnatore è riuscito a mettervi a vostro agio. Inoltre, vi ha anche rivelato che il lato che lo ha colpito di più nel profondo del cuore, è stato il vostro arrossire. E con ciò... 

Siamo tutti timidi? 

Ammettetelo, c’è almeno una parte della giornata che abbiamo appena descritto, dove vi rivedete.
La timidezza è un fenomeno normale, siamo tutti timidi in un primo momento, è anormale non esserlo ! Tutto inizia di solito durante i primi anni di scuola, dal momento in cui ci si rende conto che gli altri stanno a guardare e a giudicare. I segnali di timidezza non sono gli stessi da una persona all'altra. Tuttavia, il cuore palpitante al di là del normale, le mani sudate, le guance e/o le orecchie in fiamme, il balbettare... sono spesso tra i sintomi tirati in ballo dagli interessati. 

Timidi secondo le situazioni 

Teoricamente, queste forme di timidezza svaniscono col tempo e l'esperienza, purché quest’ultima sia positiva. Alcune persone rimangono più riservate di altre, ma nel complesso questa timidezza naturale non dovrebbe, a lungo andare, costituire un handicap sociale. Ma dipende anche dal contesto in cui ci troviamo : persone niente affatto timide in alcuni ambienti possono essere ansiose e perse in altri. È più preoccupante quando alcune persone seguono lo schema opposto e diventano più timide da anziane. Questo accade soprattutto quando il percorso personale è stato suggellato da scacchi, che gli hanno fatto perdere la fiducia in se stessi. Il cammino verso il recupero della sicurezza può essere un po' più complicato, ma certamente non insormontabile. 
 

La timidezza non è un brutto difetto! 

Un’eccessiva timidezza ha molti svantaggi. Ma quando è presente in misura minore, questa caratteristica può anche essere di grande aiuto
In primo luogo, evita di tirare fuori un mucchio di sciocchezze potenzialmente dannose per gli altri o, almeno, imbarazzanti. Essere timidi pone delle barriere e non consente di dare libero sfogo ai propri pensieri davanti a tutti. La timidezza richiede prudenza, ma anche rispetto nei confronti dell'altro, proteggendo così da alcuni pericoli sociali. Il timido ci pensa due volte prima di buttarsi in un discorso che non è sicuro di saper gestire al meglio o di lanciarsi senza riflettere. 
Infine, siate consapevoli del fatto che il rossore può essere particolarmente interessante per la persona "ambita". C'è anche un lato rassicurante per la persona corteggiata. Colui che ha compiuto il primo passo, in qualche modo, dà prova che questa non è per lui una situazione abituale, e che non è abituato a dichiararsi ogni giorno.

Delle conseguenze a volte timidamente spiacevoli

Tuttavia, non è sempre facile convivere con la timidezza. Può costituire un freno per la nostra crescita in molti modi, se non impariamo a domarla un minimo e a conviverci. 
Professionalmente, può impedire di brillare come si meriterebbe. Essere timidi significa anche non avere il coraggio di mettersi in mostra, di farsi avanti per paura di risultare ridicoli, non avere fiducia in se stessi. Come suscitare la fiducia negli altri, quando uno non crede in se stesso e nelle sue capacità?  Senza contare che in questo mondo se non si combatte un po’ per avere (o mantenere) il proprio posto, si fa in fretta ad essere superati o addirittura schiacciati.
Anche dal punto di vista personale, naturalmente, la timidezza può giocare brutti scherzi. Essere timidi vuol dire rischiare di non sentirsi a proprio agio in società, per esempio, e, quindi, dare una falsa immagine di sé. Inoltre, sciupate anche delle "occasioni" a livello personale. Non osate neppure chiedere aiuto quando ne avete bisogno. O confidarvi quando avete un problema, perché siete convinte che questo annoierebbe il vostro interlocutore. Il problema con la timidezza, per quanto affascinante possa risultare, a volte, impedisce di vivere la propria vita in pieno, di andare avanti sul cammino che si è scelto con la sensazione di averne pieno diritto. Quindi ha senso voler cercare di mantenerla entro limiti accettabili, per condurre un’esistenza più sciolta. 

Quando la timidezza diventa patologica: la fobia sociale 

Se la timidezza svanisce teoricamente con l'età, a volte non è così : quando i fallimenti si accumulano, e alcune persone diventano sempre più timide e introverse, si parla di fobia sociale. 
Per vivere in società, è ovviamente un grave handicap. Questo tipo di estrema timidezza diventa paralizzante al punto che non siamo più in grado di interagire con gli altri. Tutti gli aspetti della vita ne sono influenzati. Tra i fattori che scatenano la fobia sociale, c’è quello di essere costretti a esporsi in situazioni "a rischio". Inizialmente, la persona timida, prendendo il coraggio a due mani, decide di affrontare una situazione che la terrorizza, come ad esempio parlare in pubblico. La prestazione può risultare buona, in apparenza. Ma se l'ansia resta, e la persona non è in grado di rilassarsi man mano che l’esposizione procede, l'ansia aumenta ancora la volta successiva. 
Peggio ancora, se la presentazione va storta, il timido si vede confermato nella sua idea di non essere fatto per questo e, ovviamente, si agiterà ancora di più alla prossima occasione di mostrarsi in pubblico. Quanto più questa sensazione di fallimento si ripete nel corso del tempo, più il timido si rituffa nella sua timidezza, fino a diventare fobia sociale. È quindi importante non esporci se non ci sentiamo pronti e reagire in caso di fallimento.

Nel quotidiano: rilassamento e esposizioni misurate 

Ci sono piccoli metodi, facili da seguire che dovrebbero facilitarvi un po' la vita se la timidezza a volte vi fa perdere i vostri mezzi. Si tratta principalmente di imparare a calmarsi e a non pensarci su praticando piccoli esercizi di rilassamento veloci prima che arrivi il momento che si teme. Esponetevi a poco a poco, quando sapete che tutte le possibilità di successo sono dalla nostra parte. È importante progredire lentamente, fissare obiettivi raggiungibili ad esempio, per prima cosa cerchiamo di sentirci a nostro agio in una serata prima di considerare di parlare con tutti, o di andare sul palco per fare un discorso sui novelli sposi. Una soluzione per affrontare le situazioni inevitabili: l’allenamento. Esistono gruppi di sostegno e di formazione, in cui i candidati possono simulare di sostenere la loro tesi. Provare e riprovare, per arrivare preparati al grande giorno. Quello che conta è che il nervosismo scompaia durante l'evento. Che sia presente prima, o dopo, non è grave anzi, a volte è una buona fonte di energia e un mezzo per eccellere. Basta essere in grado di controllarsi durante la presentazione.
 

E se non ne veniamo fuori da soli? 

Non è sempre così facile uscirne da soli. Se avete la sensazione di non migliorare, non sapete da dove cominciare o pensate di poter essere vittime di fobia sociale, è nel vostro interesse cercare un aiuto professionale.  
Per una terapia tradizionale, è possibile rivolgersi ad uno psichiatra o ad uno psicologo. State tranquille: a meno che non la vogliate fare, non avete bisogno a priori di fare un’analisi di 10 anni per sentirvi meglio. Ci sono diverse forme di terapia in psicologia. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), per esempio, può essere adattata per acquisire fiducia in se stessi. Il medico vi aiuterà a sostituire il comportamento inappropriato con il comportamento che si desidera ottenere, senza necessariamente soffermarsi sulle cause sottostanti. 
A volte è utile prolungare la psicoterapia un po' di più, per esempio quando la timidezza deriva chiaramente da una grande mancanza di autostima. Allora può essere interessante esaminare le ragioni di questa mancanza di fiducia in se stessi, per trovare la strada per la serenità. 
Si può anche optare per una terapia alternativa, l'obiettivo è essenzialmente quello di ridurre l'ansia che vi travolge quando si avvicinano determinate situazioni. Ipnoterapia, terapia di rilassamento e anche lo yoga possono quindi portare buoni risultati. Non c'è davvero nessuna ricetta magica. Tocca a voi informarvi un po', provare e scegliere quale di questi metodi più vi si addice. 

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