"Liberiamoci": l'orgoglio del Pride. Appuntamento a Roma, il 13 giugno
"Liberiamoci": l'orgoglio del Pride. Appuntamento a Roma, il 13 giugno, in piazza della Repubblica per la marcia Lgbti edizione 2015 che sfilerà per la Capitale al motto che Kourtney Jenner, la più grande delle sorelle Kardashian, ha invocato per il papà Bruce, trasformato in Caitlyn: “libertà”.
"È una questione di diritti umani. Se non sai più come dirlo, vieni a gridarlo". Stufi di vivere schiacciati dal moralismo (degli altri) e dalle convenzioni (della società), gli attivisti Lgbti sfileranno per il Roma Pride edizione 2015 al motto di “Liberiamoci”. La marcia - che quest’anno sarà gemellata con quella di Belgrado - andrà in scena sabato 13 giugno, da piazza della Repubblica a Piazza Venezia, un fiume di persone orgogliose di sé e altrettanto decise a camminare a testa alta, libere e liberate dal giudizio. Un po’ come ha scritto su Instagram Kourtney Jenner, la più grande delle sorelle Kardashian all’indomani del coming out del papà Bruce, trasformato in Caitlyn: “libertà”.
L'appuntamento chiama tutti a raccolta: "lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersessuali. Un percorso, simbolicamente avviato dai moti di Stonewall del 1969, che ci vede protagonisti oggi come allora. La nostra liberazione dai pregiudizi, dagli stereotipi, dai modelli limitanti, dai precetti imposti, dalle norme ingiuste, la nostra conquista della libertà, sono liberazione e conquista della libertà per l’intera società". Quella libertà attiva e consapevole che animerà le strade romane: “Col Pride diventiamo soggetti della nostra liberazione individuale - specifica il comitato organizzatore -, un processo mai concluso: ma anche di una liberazione collettiva, tanto più importante oggi che tanti spazi di libertà e autodeterminazione conquistati in passato sono sotto attacco e messi in discussione”. Andrea Maccarrone, presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, arriva dritto al punto: “Vogliamo vivere alla luce del sole i nostri diritti umani - spiega -. In questo percorso i paesi europei e gli Usa hanno compiuto passi da gigante, la Russia e altri stati dell'est Europa hanno compiuto pesanti passi indietro. Noi siamo in mezzo, in una sorta di limbo". Vedi la proposta di legge sulle unioni civili a firma Cirinna, ora in Senato, definita "inadeguata, istituisce un ghetto: le unioni civili all'italiana - prosegue Maccarrone - ricalcano il vecchio modello tedesco di 15 anni fa, che in questo periodo è rimesso in discussione e sta per essere cambiato”.
Opinione per altro condivisa da Alessandra Cattoi, assessora capitolina alle Pari opportunità: "riconosciamo che i parlamentari hanno lavorato intensamente per trovare un punto di equilibrio ma se dobbiamo fare un passo - dice, ricordando il registro delle unioni civili deciso dal comune di Roma che ha portato il Celebration Day sulle prime pagine di tutti i giornali - è meglio farlo più lungo, con una legge al passo con i tempi”. Insomma, politicamente parlando, va bene il grande sforzo dei deputati e dei senatori, ma possiamo certamente fare di più".
Anche Maccarrone cita il sindaco controcorrente Ignazio Marino che “ha impresso veramente una svolta, con il registro delle unioni civili: ha mantenuto un impegno preso con la comunità Lgbti e dato un segnale forte al Parlamento. È importante che dalla capitale d'Italia sia stata messa nero su bianco una scelta di cambiamento".
Nell’attesa che qualcosa cambi anche nel Palazzi, la gente che vive la vita vera non può che dibattere - lo farà dal 7 al 12 giugno al Pride Park allestito alla Città dell'Altra economia, all'ex mattatoio del Testaccio, con eventi, tavole rotonde e naturalmente feste a tema - e poi farsi vedere, farsi sentire, chiedere “libertà”, urlare “liberiamoci”. Sui social, con gli hashtag su Twitter, #liberiamoci e #human e per le strade, sabato 13 giugno, da piazza della Repubblica dove, oltre ai 15 carri allegorici (5 in più della scorsa edizione), per la prima volta ci saranno anche il sindaco, la giunta e il consiglio comunale, accompagnati dai minisindaci dei municipi romani, tutti riuniti dietro a uno striscione del Campidoglio. Che il vento rivoluzionario del Terzo Millennio stia iniziando a soffiare anche sullo Stivale?
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