Google e il doodle per Bartolomeo Cristofori, l'inventore del pianoforte

Google dedica a Bartolomeo Cristofori un doodle per celebrare il 360esimo anniversario della nascita dell'inventore del pianoforte. Come tutte le geniali scoperte, anche il suo gravicembalo col forte e piano non ebbe vita facile.  

Google dedica un doodle a Bartolomeo Cristofori, l'inventore del pianoforte.


È l’uomo che ha dato un colore alla musica degli strumenti a tastiera. Prima di lui c’erano l’organo (ad aria) o la spinetta: comunque si suonassero i tasti, il suono usciva sempre allo stesso volume. Dopo di lui e la sua (geniale) invenzione, il musicista scoprì la possibilità di eseguire ogni singola nota forte oppure piano. Bartolomeo Cristofori, un padovano classe 1655, cambiò la meccanica dei clavicembali introducendo i martelletti che invece di pizzicarle, percuotono le corde. Risultato: il pianoforte era già nella sue mani tra il 1697 e il 1700, lui non poteva saperlo ma avrebbe rivoluzionato la musica

Certo in mezzo bisognava aspettare l’esplosione del romanticismo (in musica) e dei suoi esponenti, da Haydn, a Liszt, passando per Beethoven e Chopin. Ma per comprendere la portata della rivoluzione basta pensare alla New York degli anni Settanta dove le mani del pianista Arthur Rubinstein e quelle di John Lennon correvano parallele dimostrando come non ci sia un altro strumento al mondo tanto nobile quanto pop capace di arrampicarsi sui gorgheggi di Rachmaninov come di commuovere milioni di persone con l’armonia di Imagine

Oggi Google (e tutta la rete di conseguenza) celebra il 360esimo anniversario della nascita di Bartolomeo Cristofori dedicandogli un doodle con tanto di melodia di Bach che racconta con le immagini il controllo del “piano” e del “forte”. Ovvero, la rivoluzione di quell’artigiano chiamato alla corte Medici a Firenze alla fine del Seicento che morì senza vedere la fortuna della sua  creatura. 

Come tutte le grandi innovazioni, anche la sua non ebbe vita facile per almeno un secolo: il suo pianoforte fu considerato poco più di una macchina per scrivere la musica, snobbato dai maestri. Il nuovo strumento non piaceva, per esempio, a Bach che lo considerava misero e il gravicembalo col forte e piano (come lo aveva battezzato Cristofori) rimase relegato nei salotti. Senza contare che molti esemplari furono riconvertiti nei vecchi clavicembali, quelli con cui Mozart scrisse (quasi) tutta la sua musica. Fu proprio Amadeus a rivelare le possibilità dello strumento di Cristofori componendo 17 sonate per pianoforte.   

Tant’è, oggi Cristoforo potrebbe consolarsi con il fatto che nell’era digitale la musica passa attraverso una tastiera: la stessa che aveva difronte lui tre secoli e mezzo fa alla corte dei Medici. 

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