"G-Rough": a Roma l'unconventional luxury hotel
Ha aperto al pubblico il "G-Rough", l'unconventional luxury hotel capace di regalare ai suoi ospiti un soggiorno d'autore, circondato da design e opere d'arte, e scorci di una Roma senza tempo.
Fresco d'inaugurazione, il G-Rough, della catena Design Hotels, ha aperto i battenti al pubblico anche a Roma, in una palazzina seicentesca affacciata sulla cupola di Sant’Agnese di Piazza Navona. Dopo un restauro conservativo che ha esaltato i dettagli d'epoca e grazie alla sapiente scelta degli arredi raffinati ed essenziali che omaggiano il più bel design italiano dagli anni ’30 ai ’70, la struttura si presenta come la sorella di Palazzina G a Venezia, il 5 stelle protagonista della Laguna fin dalla sua apertura nel 2009.
Ovvero come unconventional luxury suite: cinque piani, dieci suite che prendono il loro nome da grandi designer italiani come Giò Ponti, Ico Parisi e Silvio Cavatorta e una contemporary wine gallery. Ma non solo: la struttura offre anche 5 lussuosi appartamenti composti da due camere da letto, ciascuna dotata di letto king size, ampio soggiorno con angolo cottura, una zona salotto e due bagni.
Pronunciato ad alta voce, il G-Rough suona "giraff": l’animale che l’edificio - alto e stretto - ricorda ma che, al tempo stesso, è "abbastanza ampia da infondere sicurezza" come segnala l’iscrizione latina sulla porta d’ingresso "SATIS AMPLA QUAE SECURITATE RIDEAT". Quello inaugurato a Roma il 23 marzo è il risultato dell’impegno e della ricerca di Gabriele Salini ed Emanuele Garosci che, con la supervisione e il coordinamento dell’architetto Giorgia Cerulli, la ricerca degli internal decorator Vittorio Mango e Benedetta Salini e la curatela artistica di Guendalina Salini hanno dato vita e forma ad ambienti ciascuno diverso dall’altro.
A guidare gli ospiti, da una parte la ricerca di un lusso rarefatto e mai ostentato, che celebra il design italiano più iconico all’interno di una cornice architettonica profondamente romana, nei colori e nelle strutture. Dall’altra l’offerta di servizi ed esperienze in grado di proporre scorci di una Roma diversa, intima e privata, ma anche pulsante e viva come la sua scena artistica giovanile di cui la contemporary wine gallery si pone ad epicentro.
Copyright foto: Claudio Sabatino
Spazi intimi e privati
G-rough, con le sue atmosfere ricercate e mai banali, propone una forte identità di abitazione privata che permette agli ospiti di seguire i propri ritmi al di là degli orari e degli spazi di un tradizionale hotel, ma godendone di tutti i servizi: ogni suite si compone di camera da letto e living room in cui viene servito il breakfast "a domicilio".
Copyright foto: Claudio Sabatino
Bagni d'autore
Nulla è lasciato al caso, tanto meno quando si tratta di bagni. Quelli del G-Rough sono attrezzati con bagni, docce e dettagli che li rendono dei veri e propri spazi d'autore. D'altra parte i preziosi complementi d'arredo sono frutto di un'attenta ricerca tra gli atelier di vintage design, aste, fiere di modernariato e laboratori d’artista. Il risultato sono spazi che s'identificano uno ad uno con i pezzi da collezione che abitano il G-Rough.
Copyright foto: Claudio Sabatino
Dettagli d'epoca
La preziosità del G-rough si manifesta in un lusso sommesso e ricco di storia, in cui le pareti scialbate fanno riemergere intonaci grezzi e storie sottostanti, le antiche cementine originali dei pavimenti recuperate e valorizzate e gli elementi di arredo senza tempo dei maestri Giò Ponti, Ico Parisi e Guglielmo Ulrich che dialogano con le opere d’arte contemporanea che punteggiano ogni spazio della struttura.
Copyright foto: Claudio Sabatino
Contemporary wine gallery
Unconventional fin dall’ingresso, al G-Rough si entra e si fa check-in all’interno dell’onirica e caleidoscopica contemporary wine gallery: banco bar in ottone satinato in fondo, pareti a specchio color bronzo, poltrone e tavolini originali anni ‘50, cementine esagonali bianche e rosse a terra e rigogliosi rami e fronde a sovrastare le sedute e creare un effetto "giardino d’inverno" che si riflette nell’affresco fotografico del corridoio, realizzato - site specific - dall’artista Pietro Ruffo.
Copyright foto: Serena Eller
Le suite
Alle dieci suite dei piani superiori si accede attraverso scale decorate dai wall drawing a pastello di Marino Melarangelo: cinque Pasquino Suite, affacciate sull’omonima piazza e cinque Suite, affacciate sull’interno.
Identiche per planimetria, disposizione degli spazi e cifra stilistica, ciascuna delle Pasquino Suite e delle Suite - che, in omaggio ai designer rappresentati portano i loro nomi propri e vengono definite Silvio (da Silvio Cavatorta), Giò (Giò Ponti), Gugliemo (Ulrich) con ritratti stilizzati di ciascuno all’ingresso delle rispettive porte e portachiavi personalizzati allo stesso modo - si rivelano completamente diverse l’una dell’altra.
I sabbia a dominare le pareti scialbate del primo piano; il giallo ocra del secondo piano; il beige caldo e l’affresco al soffitto il terzo piano; il bordeaux e il verde muschio del quarto piano e il rarefatto bianco ghiaccio, che si specchia in quello della cupola di Sant’Agnese, del quinto piano.
Copyright foto: Claudio Sabatino
L'angolo studio
La zona notte diventa protagonista con salatini intimi, impreziositi da divanetti di velluto colorato e rigorose tolette da trucco di Cavatorta, Parisi e Giò Ponti. Le pareti scialbate grigio chiaro, azzurro pallido e verde acqua di questi ambienti fanno così da contrappunto ai razionalisti armadi verde bottiglia di Ico Parisi del primo e secondo piano, ai letti e tavoli da notte essenziali di Silvio Cavatorta del terzo e quarto piano e il letto anni ’30 di Guglielmo Ulrich del quinto piano.
Copyright foto: Claudio Sabatino
Dettagli di lusso
Attrezzate con kitchenette realizzate in legno grezzo e resina da Leftover, le Pasquino suite si compongono di un lungo corridoio che si apre in un ampio living room, attrezzato con divano, poltrone e tavolo da pranzo ed affaccio sulla piazza, e una camera da letto e bagno, più intimi e raccolti, rivolti sulla chiostrina interna. Diverse nei singoli elementi di arredo ogni soluzione ripropone lo stilema e l’estetica essenziale e rigorosa di un certo design italiano del secolo scorso racchiudendo, ciascuna, una o più perle: dal tavolo e sedie di Ico Parisi – migliore esempio di design anni ’50 - della Pasquino Suite del terzo piano, al carrello bar dell’eclettico Giò Ponti del quarto piano, alle lampade della coppia Afra&Tobia Scarpa del secondo piano, all’ armadio in pergamena dalle linee sobrie di Gugliemo Ulrich del quinto piano.
Copyright foto: Serena Eller
Scorci nascosti
Un lifestyle butler dedicato si occupa di indicare agli ospiti i ristoranti e le chicche più interessanti da scoprire nei dintorni, un bouquet di ricercate esperienze permette di scoprire gli scorci meno scontati della città. Il risultato sarà una vacanza all'insegna del relax di lusso e del turismo inaspettato.
Copyright foto: Claudio Sabatino
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