L'alta moda degli anni d'oro sfila al Maxxi
Legati da un sottile filo di nostalgia e carichi di grande poesia, gli ottanta abiti esposti riportano alla vita le atmosfere e i protagonisti del passato prossimo che traghettò l'Italia dalla fine della Guerra all'inizio della Rivoluzione. Un caleidoscopio di tessuti, tagli e colori firmati Schubert, Sorelle Fontana, Germana Marucelli, Mila Schön, Capucci, Valentino e Galitzine. E ancora, dei guizzi dei grandi nomi che con la moda hanno dialogato in maniera più unica che rara: vedi Lucio Fontana, Alberto Burri, Massimo Campigli, Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi.
Ci pensa la stessa Maria Luisa Frisa nella presentazione a guidare l'occhio del visitatore suggerendogli di indagine quel "periodo lungo e compresso che oscilla tra la ricostruzione di un paese sulle macerie della guerra e la radicale messa in crisi del sistema di valori costruito in quegli anni". Anni in cui la libertà era più frizzante, meno imbrigliata e "cinema, arte, letteratura, design si intrecciano in una straordinaria rete di complicità che traccerà i contorni di quel laboratorio creativo che è ancora oggi l’Italia".
Va detto che quegli anni sono altresì il bacino che generò, tra la fine degli Anni '70 e l’inizio degli '80, il prêt-à-porter italiano che rivoluzionò l’immagine culturale del nostro Paese e il rapporto con l’industria tessile, nobilitando il made in Italy a marchio mondiale della moda nostrana.
Insomma, tra convegni e musei, la moda non è più solo rappresentazione estetica ma anche racconto etico, dei comportamenti e dei costumi. Basta farsi un giro per rendersene conto: se n'è parlato al Festival IMMaginario di Perugia che, per la prima volta, ha inserito la moda tra le culture che esplora, mentre al Metropolitan di New York prosegue con successo Death Becomes Her: a Century of Mourning Attire (fino al 1 febbraio 2015) e a marzo al Victoria and Albert Museum di Londra aprirà i battenti l’edizione ampliata di Savage Beauty, la retrospettiva di Alexander McQueen allestita per la prima volta dal Met Museum nel 2011. D'altra parte alcuni tra gli stilisti più giovani - Andrea Incontri, Christian Pellizzari, Chicca Lualdi e Alberto Zambelli - lo sanno e l'hanno ripetuto a Perugia: "la moda produce cultura ma la cultura ufficiale italiana ancora stenta ad accorgersene". Non è mai troppo tardi.