Relazione madre-figlia: istruzioni per l'uso
La relazione tra una mamma e una figlia è ben diversa da quella con un figlio maschio. Trovare un equilibrio è fondamentale per crescere serenamente.
L’identificazione
Quando una donna aspetta una bambina immagina spontaneamente che sarà facile educarla. Essendo una futura donna, come lei, crescerla e capirla dovrebbe essere semplice. Allo stesso modo, per delle ragioni innanzitutto anatomiche, anche la bambina si identifica con la mamma, e si rivolge a lei per saperne di più sulla sua sessualità. Il compito della mamma è rispondere alle domande di sua figlia, dimostrando di prenderla sul serio, e aiutarla a scoprire la sua femminilità.
Il ruolo del padre
Se la madre è il primo punto di riferimento di un figlio (o una figlia) al momento della sua nascita, non bisogna trascurare il ruolo del papà. Se i bambini tagliano più facilmente il cordone materno per identificarsi con la figura maschile rappresentata dal padre, per le bambine la questione è diversa. Anche il padre, però, deve intervenire nell'educazione della bambina, per creare un equilibrio e dare alla figlia un altro modello, alternativo a quello materno.
Il complesso di Elettra
Intorno ai 3 anni la bambina avrà la tendenza a considerare la madre come una rivale nella sua relazione con il papà. Si tratta del “complesso di Elettra” (corrispondente femminile del complesso di Edipo). Tentativi di seduzione ed esclusione della madre saranno le preoccupazioni principali della piccola. I genitori non devono arrabbiarsi, ma spiegarle che il papà è innamorato della mamma e viceversa, e che un giorno anche lei avrà un innamorato tutto suo.
Durante l’adolescenza
Se la bambina e la madre, superata la fase del complesso di Elettra, vivono una relazione di complicità durante l’infanzia, il loro rapporto diventa più conflittuale durante l’adolescenza. Quando la bimba inizia a volere più autonomia e a rendersi conto della propria femminilità, può essere che la madre viva questo distacco come un abbandono, motivo per cui insorgono litigi a ripetizione. Tutto sta nel saper lasciare a poco a poco la presa per permettere all'adolescente di trovare il proprio posto. La figlia deve staccarsi dalla madre per trovare la propria identità. Viceversa, il rischio per la madre è di imitare la figlia, sia nell’abbigliamento sia nel comportamento da “amica” per cancellare i segni del tempo. I ruoli, invece, devono essere ben distinti: la mamma è la mamma, la figlia è la figlia, e quest'ultima deve potersi emancipare costruendo la propria identità.
La giusta distanza
Se si rispetta la tappa della separazione, lasciando alla propria bambina il tempo di crescere e diventare una donna, aumentano le possibilità di riconciliarsi in futuro. Una volta che la figlia avrà consolidato la propria individualità, le sarà più facile riavvicinarsi alla madre. La quale, a sua volta, non deve annullare la propria femminilità per permettere a sua figlia di crescere.
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