Ipertensione arteriosa: sintomi e cura
L’ipertensione è la fonte di complicazioni gravi quali infarto o accidente vascolare celebrale, ecc. All’origine può anche celarsi una semplice apnea del sonno, riscontrabile in circa il 40% dei soggetti che soffrono di ipertensione.
Definizione
L’ipertensione arteriosa si definisce come tensione arteriosa aumentata in modo cronico. La maggior parte delle persone che presentano un’ipertensione arteriosa non sanno di presentarla, poiché nel corso degli anni la sua evoluzione è silente. L’ipertensione arteriosa è la patologia cardio vascolare più frequente e rappresenta un fattore di rischio importante. Essa viene detta “a norma” se inferiore a 14/9 o 140/90 mmHg, di cui la pressione arteriosa sistolica non deve superare i 15. La pressione arteriosa diastolica non deve essere superiore a 9, mentre l’ipertensione arteriosa è data da un valore superiore a 14/9.
HTA
L’HTA, acronimo inglese di ipertensione arteriosa, designa l’aumento della pressione sanguigna nelle arterie. La si definisce primaria l’HTA che non presenta delle cause riconosciute; secondaria quando le cause sono note.
Pressione normale
Si definisce ipertensione arteriosa (HTA) come uno stato d’aumento cronico della pressione arteriosa. La maggior parte delle persone presentano una tensione arteriosa alta senza saperlo, poiché essa non manifesta delle problematiche nel corso degli anni. Essa però risulta essere una patologia cardiovascolare molto frequente che presenza un fattore di rischio alto.
Pressione alta
La pressione arteriosa è considerata in norma quando inferiore a 14/9 o 140/90 mmHG, di cui sistolica non deve superare i 15 e la diastolica non deve avere un valore superiore a 9. Si parla di ipertensione arteriosa se caratterizzata da un valore superiore a 14/9.
Sintomi
La maggior parte dei soggetti affetti da ipertensione arteriosa non presentano alcun sintomo. In effetti, l’ipertensione è una malattia che può rimanere silenziosa per molti anni, evolvendosi e insediandosi senza rumore, prima di creare complicazioni. Essa può essere scoperta durante un semplice controllo medico o a seguito di complicazioni (cardiache, celebrali, renali, ecc.). I sintomi che possono essere sperimentati da una persona ipertesa si manifestano durante una sua crisi ipertensiva. Dei mal di testa che sopraggiungono già dalla mattina e si situano principalmente nella zona della nuca possono testimoniare una spinta di ipertensione severa. Anche una sensazione di rumore (tintinnio) nell’orecchio, una vista offuscata, come la sensazione di avere delle mosche davanti gli occhi, possono riflettere un’ipertensione sanguigna. I soggetti che soffrono di ipertensione sono inclini a soffrire di vertigini e di palpitazioni, un battito cardiaco irregolare al quale vi si aggiunge una certa difficoltà di respirazione. Epitassi (sangue dal naso) ed ematuria, sangue nelle urine, possono essere annoverati anche come sintomi di un’ipertensione.
Rischi per la salute
Un’ipertensione arteriosa non controllata può provocare dei problemi a più organi vitali, come al cuore, al cervello o ai reni. L’ipertensione arteriosa rappresenta un fattore di rischio di sviluppo dell’ateroma. Il colesterolo cattivo è all’origine della formazione di placche aterosclerotiche Le placche di grasso accumulatosi progressivamente sulla parete interna alle arterie provocano un indurimento, uno ispessimento e una mancanza di elasticità delle stesse. Le arterie di un soggetto iperteso tendono, infatti, ad addensarsi e ad indurirsi, creando placche aterosclerotiche. Un ateroma è causato da un eccesso di colesterolo volutosi negli anni in maniera subdola e che può causare un blocco di uno o più arterie. Le placche d’ateroma colpiscono in particolare le arterie che irrigano il cuore, il cervello e gli arti inferiori. A seconda del luogo in cui l’arteria è ostruita, possono presentarsi: un accidente vascolare celebrale, un angina pectoris o un infarto del miocardio, un’arterite degli arti inferiori, disfunzione erettile, problemi di filtrazione renale.
Diagnosi
La misura della pressione arteriosa consente di assicurare la realtà di un’ipertensione arteriosa prima di iniziare un trattamento. Si raccomanda di misurare costantemente la pressione anche al di fuori dello studio medico, al fine di assicurare la permanenza dell’HTA, a supporto di quei pazienti adulti affetti da ipertensione essenziale o per ricercare un’ipertensione da camice bianco, prima di iniziare il trattamento farmacologico antipertensivo. In effetti l’ “effetto camice bianco” può provocare una variazione della pressione, se presa in studio, falsificandone i risultati. I dispositivi di misurazione della pressione arteriosa al dito non sono validi. Per una buona misurazione è bene utilizzare dispositivi da porre al braccio o al polso. Misurare la tensione a riposo e con calma, non realizzarlo in un ambiente rumoroso e né tanto meno dopo aver fatto esercizio fisico intenso. Non fumare durante la presa di pressione, e idealmente sarebbe bene effettuare 3 misure la mattina, 3 la sera e 3 il giorno dopo.
Il trattamento prescritto sarà deciso dopo la valutazione di un rischio cardiovascolare globale, basato sui seguenti fattori: età (> 50 anni per l’uomo, > 60 per la donna); tabagismo (attuale o arrestato dopo almeno 3 anni); antecedenti famigliare d’accidente cardio vascolare precoce (infarto del miocardio o morte improvvisa prima dei 55 anni del padre o di un parente di primo grado maschio o prima dei 65 anni da parte della madre); ictus precoce (> 45anni); diabete (trattato o meno); dislipidemia (colesterolo LDL, 1.60 g/L (4,1 mmol/l) e colesterolo HDL 0.40 g/L (1 mmol/L indipendentemente dal sesso). Altri i fattori da prendere in considerazione, tra cui l’obesità addominale o la sedentarietà. Il medico deve anche valutare quali organi specifici sono stati colpiti e individuare anche le malattie cardiovascolari e renali.
Cura
L’obiettivo principale della cura dell’ipertensione arteriosa è quello di diminuire la tensione arteriosa sistolica sotto i 14 e quella diastolica sotto i 9. Successivamente si mira alla prescrizione di farmaci antipertensivi atti ad evitare l’apparizione delle complicazioni legate all’ipertensione arteriosa. Da un punto di vista non farmaceutico, il paziente può attuare alcune misure igienico alimentari atte a monitorare l’ipertensione. Risulta indispensabile associare un trattamento farmacologico a delle misure preventive indispensabili quali il monitoraggio del peso, del colesterolo e della glicemia; lo smettere di fumare, la diminuzione dell’alcool attività fisica regolare, alimentazione equilibrata, diminuzione della quantità di sale da assumere. Esistono molti trattamenti destinati a lottare contro l’ipertensione arteriosa essenziale senza complicazioni: i diuretici, i betabloccanti, i calcio antagonisti, gli antagonisti dell’angiotensina II, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
Il trattamento medico proposto dal medico dipende dallo stadio e da grado dell’ipertensione arteriosa e dalle complicazioni da essa presentate. La scelta di un farmaco antipertensivo dipende da più fattori, come il tipo e la causa dell’ipertensione arteriosa, dall’efficacia e dalla tolleranza ai farmaci, dalla motivazione del paziente e dalla presenza o meno dei fattori di rischio associati. All’inizio è rescritto un solo farmaco o più farmaci fissi a basso dosaggio, poi viene scelto un solo farmaco antipertensivo. Se il primo farmaco non abbassa i valori della tensione arteriosa, malgrado il rispetto delle misure preventive (monitoraggio peso, colesterolo e glicemia, no fumo, diminuzione dell’alcool, attività fisica regolare, alimentazione equilibrata, diminuzione della quantità di sale), il medico può associarne un secondo antipertensivo. Associare 2 farmaci in seconda linea entro un periodo di almeno 4 settimane. Prescrivere due farmaci in un periodo più corto se la pressione arteriosa consta di un valore tra i 180-110mmHg o tra i 140-179/90-109 mmHg. Se l’obiettivo di diminuire la tensione arteriosa è centrato, il trattamento viene estero. In caso di un mancato risultato da parte del trattamento, è consigliato di cambiare classe terapeutica. In caso di ipertensione grave, è talvolta necessario assumere o più tipi di farmaci diversi. Il trattamento ipertensivo è spesso prescritto per molti anni o addirittura a vita. È possibile ridurre le dosi farmacologiche sono rientrate nella norma e risultano stabili per diverse settimane, sotto previo parere medico. La cura dell’ipertensione è una terapia a lungo termine. Il paziente è dovuto ad attenersi e ad accettare questa sua condizione, onde evitare di interrompere la dose giornaliera rapidamente. È indispensabile comprendere a pieno il valore di questo trattamento per prevenire l’insorgenza di complicazioni (al cuore, al cervello, al rene, alla disfunzione erettile). L’interruzione brusca del trattamento, a meno che non sia consigliato dal medico, può causare un “effetto rebound”, responsabile di un peggioramento dell’ipertensione.
Benefici dell’attività sportiva
La pratica di un’attività sportiva o fisica è benefico per tutte quelle persone che soffrono d’ipertensione arteriosa, a qualunque età. Durante un’ipertensione iniziale, la ripresa di attività fisica o sportiva, sotto controllo medico, può perette un ritardo stesso dell’inizio del trattamento medico. Mantenere costante l’attività fisica durante la settimana, seguendo sezioni di attività fisica d’intensità moderata ma regolare, apporta più benefici di una sola sezione intensa di sport alla settimana. In soggetti di più di 40 anni che presentano un’ipertensione arteriosa, la ripresa dello sport richiede l’avviso medico, il quale valuterà anche la necessità di praticare esami complementari come ad es. l’ ECG da sforzo.
Ipertensione arteriosa dieta
Alcune misure dietetiche sono raccomandate a coloro che soffrono di ipertensione arteriosa.
Dieta senza sale
Una consumazione ridotta di sale provoca meno accidenti cardiovascolari. Il fabbisogno giornaliero è di circa 1-2 grammi di sale. Un abbassamento del consumo di sale causa una diminuzione della tensione arteriosa. È bene limitare il consumo di sale a massimo 6 gr al giorno, il che corrisponde a circa 3 grammi di sodio. Si può mangiare meno salato cucinando con meno sale e non aggiungendolo, poi, extra nel piatto di portata. In alternativa si può utilizzare un sale dietetico, sotto forma di cloruro di potassio. Si raccomanda di evitare prodotti ricchi di sale (salumi, formaggi, piatti pronti, crackers) e di bere dell’acqua minerale contenente meno di 150mg di sodio per litro. Anche altri alimenti sono salati e dunque è bene evitare: salatini da aperitivo, arachidi, biscotti alle mandorle tostate e acqua frizzante.
Apporti di calcio
Gli apporti quotidiani di calcio non devono essere sottovalutati quando si soffre di ipertensione. Massimo 2 o 3 prodotti caseari sono consigliati al giorno, tra questi yogurt, formaggi bianchi, ecc.
Apporti di magnesio
In caso di ipertensione arteriosa è bene acquisire, tramite alimenti, sufficiente magnesio, contenuto in frutta e verdura (circa 5 al giorno), nel cioccolato (una barretta ogni tanto) e legumi secchi ricchi in magnesio.