Elettrosensibilità: sintomi, diagnosi e cura
L’elettrosensibilità, chiamata anche sensibilità elettromagnetica, non è ancora una patologia molto nota. Facciamo il punto sui sintomi osservati, diagnosi e trattamenti consigliati.
Cause
L’elettrosensibilità è generalmente attribuita all’esposizione a campi elettromagnetici, in cui sussistono onde elettromagnetica più o meno forti, a seconda della frequenza. Tali onde possono essere emesse da antenne di radio e televisione, telefoni cellulari ed elettrodomestici.
Sintomi
Non esiste una lista precisa di manifestazioni della sensibilità elettromagnetica, ma alcuni segni sono frequentemente osservati: reazioni dermatologiche (rossore, bruciore), stanchezza importante (astenia), stordimento, difficoltà di concentrazione, nausea e palpitazioni. Anche mal di testa, dolori oculari ed acufene possono essere dei sintomi associati all’elettrsentibilità. I sintomi sono di intensità e gravità variabile a seconda del soggetto colpito. In alcuni casi tale sensibilità può impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Diagnosi
I soggetti che manifestano sensibilità ai campi magnetici sono invitati a consultare un medico in vista di un’appropriata diagnosi. Al giorno d’oggi non esistono criteri diagnostici chiari, per questo motivo sarà cura del medico eliminare il sospetto di altre patologie che possono avere all’origine dei sintomi similari.
Trattamento
Il trattamento viene prescritto a seconda del caso e dipende dalla sintomatologia del paziente. Un trattamento a lungo termine è di norma proposto a soggetti riscontranti una sintomatologia cronica o che impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane. Un supporto psicologico può essere egualmente proposto. Nel caso in cui venga evidenziato un legame tra la sintomatologia e l’esposizione ad un campo elettromagnetico possono essere messe in pratica un serie di misure per evitare l’eccessiva esposizione: per esempio la modifica delle condizioni di lavoro per continuare ad avere una vita sociale normale.
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