Maltrattamenti asilo Vercelli: un video choc inchioda le maestre
Tre maestre della scuola per l’infanzia Korczak di Vercelli sono agli arresti domiciliari per maltrattamenti sui bambini: tra urla, sberle, trascinamenti e umiliazioni avevano istituito il clima del terrore.
"Adesso faccio come fa anche l'altra, adesso lo faccio anch'io, vediamo se la smetti". Il bimbo la smette. "Provaci che ti faccio girare la testa al contrario". Il bimbo, tra i 3 e i 5 anni, prova a reagire e la maestra alza la mano e urla più forte, con tutto il fiato e il livore che ha in gola. Gli altri bambini sono seduti uno accanto all'altro, sulla panca, con la schiena al muro, ammutoliti, impietriti. "Avvicinati, che te ne do uno che ti faccio cadere tutti i denti", urla un'altra. Il 23 novembre, 52 episodi violenti dopo - di cui una ventina gravi, tutti registrati dalle telecamere della Polizia di Stato nell'ambito dell'operazione Tutti giù per terra! -, quelle due maestre (e una terza che non compare nei video) della scuola per l’infanzia Korczak di Vercelli sono agli arresti domiciliari accusate di maltrattamenti sui bambini.
In un altro frame del video choc diramato dagli inquirenti due maestre sono insieme in classe. Una chiede all'altra: "Indovina chi è che gli ho anche suonato la bottiglia sulla testa?". "Chi è, quello là? Il cioccolato?". "Sì". Via libera per dare uno scappellotto in testa con un libro appallottolato che fa un suono sordo che deve averlo assordato, anche solo per la vergogna. In un altro sono tutti seduti a tavola: "Dagli una sberla, ti autorizzo a dargliela, gliela dai secca".
Iniziata lo scorso maggio quando prima una madre, poi una sorella maggiore degli alunni hanno mandato due segnalazioni in Questura, l'operazione ha messo la parola fine all'incubo vissuto dai bimbi. Bimbi che hanno incassato sberle, che sono stati trascinati a terra, che sono stati assordati da urla intrise di minacce, che hanno subito punizioni e umiliazioni indegne.
Comportamenti confermati anche da alcune colleghe delle tre maestre che ai giudici dovranno ora rendere conto del metodo con cui insegnavano ai piccoli a diventare grandi. Un metodo che, in classe, aveva trasformato il terrore nella quotidianità.