Gay e musulmani: Jahed e Sean i primi sposi in Gran Bretagna
Jahed Choudhury, 24 anni e Sean Rogan, 19 sono la prima coppia gay ed essersi unita in matrimonio in Gran Bretagna: "mostreremo al mondo che puoi essere gay e musulmano".
Il 24enne Jahed Choudhury e il 19enne Sean Rogan, gay e musulmani, si sono scambiati le fedi nunziali con mani dipinte d’henné, onorando la tradizione, contro ogni discriminazione e pregiudizio. È successo a Walsall, in Gran Bretagna, nelle Midlands occidentali, nel matrimonio omosessuale che ha scritto una pagina dei diritti Lgbt.
Perché la storia di Jahed Choudhury è quelle di una vera e propria conquista e raccontarla è importante per dare fiducia e speranza a tanti altri. È quella di un ragazzo originario del Bangladesh, cresciuto in una famiglia musulmana osservante che, molto presto, si accorge di essere “differente da loro: non ho mai amato il calcio, e preferivo guardare programmi di moda in TV. Mi sentivo intrappolato”. A casa lo considerano “la pecora nera della famiglia”, fuori, tra bulli e omofobi, va ancora peggio: “a scuola i compagni mi sputavano addosso - ha raccontato -, mi gettavano i rifiuti, mi chiamano ‘maiale’, e i musulmani gridavano ‘harum’, che è un insulto molto brutto, nella mia lingua”.
Sommerso dall’omofobia, dall’incomprensione e pure dal disprezzo, per un po’ va contro la sua natura: si trova una ragazza, cambia giro d’amicizie, prende dei farmaci e va in pellegrinaggio in Arabia Saudita e in Bangladesh. I risultati, però, sono l’opposto di ciò che si sarebbe aspettato: qualcuno scrive “fag” (frocio) sulla porta di casa sua, qualcun altro lo aggredisce anche fisicamente e la moschea dove andava a pregare fin da bambino gli nega l’accesso. È a quel punto che Jahed medita il suicidio.
Ed è a quel punto che la vita cambia verso. Succede un giorno qualsiasi di due anni fa, quando, in lacrime, seduto su una panchina, incontra Sean: “Si è avvicinato e ha chiesto se stavo bene. Mi ha dato speranza e mi è stato accanto in tutti i modi possibili”. L’amore sboccia, una settimana dopo convivono, e un anno dopo, in occasione del compleanno di Sean, Jahed gli fa la proposta.
Al matrimonio mancavano i familiari: “per loro è imbarazzante - spiega lui -. Pensano sia una malattia, pensano che possa essere curata”. Poco male, ora Jahed ha la forza per combattere la sua battaglia: “Vorrei dire alle persone che stanno attraversando le stesse cose che ho attraversato io: va bene, mostreremo al mondo che puoi essere gay e musulmano. Essere gay non è sbagliato, non è una fase, serve solo un po' di sostegno”.