Donne dell'Est: l'agenzia matrimoniale russa che ha detto no a Rai 1
[ESCLUSIVA] Contattata dagli studi del programma Rai Parliamone Sabato, Marianna Kazakova, titolare dell'agenzia matrimoniale che propone ragazze russe, ha declinato: "non volevo che la mia attività fosse ridicolizzata".
Marianna Kazakova l’aveva capito subito che la puntata di Parliamone Sabato avrebbe fatto un pasticcio. “Quando mi hanno chiamata per invitarmi in trasmissione - racconta lei che dal 1997 gestisce Marianna, un’agenzia matrimoniale con una sede in Italia e due in Russia - ho declinato l’invito: non avevo nessuna intenzione di far passare per ridicolo il mio lavoro”. È bastato che le dicessero “donne dell’est” per farla sobbalzare sulla sedia. “Li ho avvertiti: documentatevi, le vostre affermazioni, messe così, sembrano chiacchiere da bar, invece l’argomento è molto serio. Purtroppo non mi hanno dato retta”.
Com’è andata a finire è cronaca: il programma di Rai1 condotto da Paola Perego è stato cancellato e un amareggiato Antonio Campo Dall'Orto, direttore generale della Rai, esterrefatto dalla “rappresentazione completamente inaccettabile delle donne”, ha colto l’occasione per dire “ora ripensiamo tutti i contenuti". Sia come sia, la frittata è stata fatta e Marianna ci tiene a puntualizzare alcune cose.
Lei, che è cresciuta in Russia, guardando di nascosto dal comunismo i film di Celentano e Fellini e immaginando una vita qui. A vent'anni è caduto il Muro, è andata in Ungheria e lì ha conosciuto un piemontese più biondo di lei: “La mia famiglia aveva paura che mi volesse vendere, invece ci siamo innamorati, poi sposati e oggi abbiamo due bellissimi bambini”. I suoi occhi blu raccontano una felicità vera e profonda, vedere per credere sul sito dell'agenzia. “Ormai questa è casa mia - racconta Marianna -. C'è così tanta solitudine, in Italia come in Russia, il mio lavoro è sostituirla con l'amore”. L'unica regola è evitare matrimoni di convenienza - “per questo limito la differenza di età a quindici anni: noi siamo un'agenzia matrimoniale, non di collocamento” - e stare alla larga dagli stereotipi.
Perché “non siamo una specie, o una razza: siamo individui, uno diverso dall’altro, persone dignitose che inseguono la libertà e meritano, ancora prima dell’amore, il rispetto”. A ripeterle la grafica incriminata, Marianna s’indigna e conia una parola: “è inculturale, il contrario della cultura. Fatta da persone che non sanno la storia né la geografia”.
Anzitutto, le sue ragazze, quelle che ogni giorno (sono più di 500) contattano l'ufficio a Samara e quasi altrettante quello a Nizny Novgorod sognando l'amore in Italia non sono “donne dell’est che, mi spiace deludere gli uomini, non esistono” ma “russe” (e, come specifica sul sito, non "le inaffidabili" che arrivano dalle grandi città, come pure le ucraine e le romene). In secondo luogo, “sono tutte diplomate e quasi tutte laureate: non cercano marito per fare la mogliettina sottomessa ma per costruire una vita a due”.
L’affermazione che le dipinge “sempre sexy, niente tute né pigiamoni” la fa sorridere tanto quanto quella che “perdonano il tradimento” e che “non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio”. Ebbene, “le russe che lasciano la loro terra per costruire un matrimonio romantico altrove (ne celebriamo una cinquantina l'anno) sono donne molto sentimentali ed emotive, tutt’altro che algide: chissà quali donne ha conosciuto chi ha scritto quella grafica”. Rispetto al fatto che “sono disposte a far comandare il loro uomo” risponde “neanche per sogno: ognuno ha il suo ruolo, ogni tanto comanda la donna, ogni tanto l’uomo”. E per quanto riguarda le “casalinghe perfette”, Marianna sospira: “facciamo la spesa, ci occupiamo dei figli e della casa come tutte le donne del mondo, o sbaglio?”.