Pubblicità Yves Saint Laurent: manifesti "degradanti per la donna"
La campagna di Saint Laurent apparsa sui manifesti scandalizza i parigini che all'hashtag YSLRetireTaPubDegradante chiedono il ritiro delle immagini umilianti e degradanti per la donna.
Dalle strade di Parigi alla rete, i manifesti della pubblicità di Yves Saint Laurent rimbalzano all’hashtag #YSLRetireTaPubDegradante. Non esattamente un successo, insomma. D’altra parte, quelle donne magrissime, immortalate con le calze a rete, i tacchi a spillo e i pattini in pose a gambe larghe o di schiena, a penzoloni su uno sgabello sono piuttosto “degradanti e umilianti”, appaiono “sottomesse” e, di sicuro, non sono le immagini che fanno onore all’8 marzo. Non quelle con cui sarebbe dignitoso celebrare le donne. Per la serie: sbagliato il messaggio e sbagliato il tempismo a meno che l’obiettivo non fosse, semplicemente, far parlare di sé.
Perché nella bufera mediatica, c’è anche chi ha presentato (l'ennesima) denuncia all’autorità preposta al controllo della pubblicità francese (Arpp) “La réclame - ha spiegato il direttore, Stephane Martin - rappresenta una grave violazione delle norme stabilite dall’industria della pubblicità per mantenere la dignità e il rispetto della persona”. Percezione che la direzione Saint Laurent firmata Anthony Vaccarello non sembra avere molto chiara, visto che già nel 2015 il garante per la pubblicità nel Regno Unito aveva messo il veto ad alcune immagini di modelle pelle e ossa (costole) sporgenti.
Dalla maison per ora tutto tace. Forse riflette su ciò che ha cinguettato più di un utente, citando Coco Chanel: “Il lusso non è l’opposto della povertà, ma della volgarità”.