Barron Trump: Katie Rich (e la rete) lo bullizza, Chelsea lo difende
Il tweet che è costato le dimissioni all'autrice Katie Rich è solo l'ultimo che prende di mira Barron Trump tanto che a difenderlo è scesa in campo Chelsea Clinton.
Non dev’essere facile essere Barron Trump, anche se ha solo 10 anni. Nemmeno la madre Melania, decisa a proteggerlo, può opporsi alla valanga che lo sta investendo. Da quando il padre Donald è diventato Presidente degli Stati Uniti, le maglie della rete lo hanno incastrato affibbiandogli le peggio cose. L’ultima della serie è Katie Rich, autrice al Saturday Night Live, il noto programma di satira d’Oltreoceano, che in un infelice tweet ha profetizzato per il piccolo un destino da criminale ("Sarà il primo sparatore scolastico di questo paese”) e ha perso il posto alla NBC (nonostante post rimosso e scuse ufficiali). Purtroppo, si diceva, Katie Rich è solo l’ultima della serie.
Prima di lei c’è stato il cinguettio del collega autore tv Matt Oswalt - “Barron in questo momento si aggira per la Casa Bianca cercando cose da bruciare” -, ancora prima quello della scrittrice Caitlin Moran che lo ha paragonato al crudele e sadico Joeffrey Baratheon di Games of Thrones - “Le espressioni di Barron Trump sono al 100% Joffrey” - e ancora prima (e peggio) il video-collage postato su YouTube - Barron che sbadiglia, fa la lingua, strabuzza gli occhi, fa “bu bu settete” al nipotino - che gli ha affibbiato l’etichetta di “autistico”.
Barron Trump autistico? La bufala su YouTube
Il video, condiviso dalla comica americana Rosie O’Donnel in un tweet che domandava “Barron Trump autistico? Nel caso lo fosse quale straordinaria opportunità per portare l’attenzione sull’epidemia di autismo”, ha fatto in tempo ad essere visto da più di 3 milioni di persone prima di essere rimosso dalla rete. E a poco sono servite le scuse della comica - “a settembre scorso anche a mia figlia hanno diagnosticato una forma di autismo, da quel giorno mi sono immersa in quel mondo” e “le statistiche dicono che si ammala un bimbo su 55, è un’epidemia” -: la frittata era già stata fatta, il Barron bullizzato era già incastrato nella rete.
Chelsea Clinton: la difesa della First Daughter
A prendere le sue difese è Chelsea Clinton, ex First Daughter che non ha certo avuto vita facile (Rush Limbaugh l’apostrofò “il cane della Casa Bianca”) ma, per lo meno, ai suoi tempi (correva il 1992) non c’era Twitter e non (tutti) i cretini potevano dire la loro ed essere ascoltati. "Barron Trump ha diritto di essere un bambino”, ha tweettato Chelsea, cha ha poi aggiunto: "Difendere i diritti di tutti i bambini, vuol dire anche opporsi a quelle politiche del presidente (Potus) che li danneggiano", rivolgendosi a tutti quelli che criticano Trump per i suoi modi poi fanno peggio di lui. Tanto più che Barron è l’unico in casa Trump a non preoccuparsi (non ancora, per lo meno) di piacere a tutti. Già solo per questo il piccoletto andrebbe preso d’esempio, non certo bullizzato.
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