Galateo a tavola: regole per commensali impeccabili

Se l'eleganza e la buona educazione si dimostra anzitutto a tavola, ecco quali sono le regole del galateo per vestire i panni dei commensali degni di (quasi) tutte le occasioni. 

Tra le regole del galateo a tavola è bene ricordare anche quelle delle nonne. © NejroN/123RF

 

Se a casa, a tavola, ti comporti come se fossi a Palazzo Reale, quando sarai a pranzo col Re potrai comportarti come a casa. Nulla è tanto semplice e tanto complicato come il galateo a tavola. Tra chi ha imparato la lezione c’è anche Lewis Hamilton, il campione del mondo di F1 della casa automobilistica inglese. Invitato a pranzo a Buckingham Palace, s’è trovato seduto alla sinistra di Sua Maestà la Regina Elisabetta II: volendo far conversazione, s’è visto respingere con cortesissimo sorriso e un cenno del capo. Il galateo di Palazzo, in casa Windsor, prevede che durante la prima portata la Regina possa rivolgersi solo all’ospite d’onore, che siede alla sua destra. Perciò, le chiacchiere con Hamilton sono state rimandate alla seconda puntata. E il pilota, sorridendo della sua gaffe con la Bbc, ha riferito che è stata molto garbata e divertente.

 

Il galateo delle nonne: la posizione a t

Difficile che ai comuni mortali capiti di pranzare a Buckingham Palace. Ciò nonostante se un vero signore (e signora) si riconosce a tavola, per non sfigurare (quasi) mai le prime regole del galateo sono quelle dettate dalle nonne. A cominciare dalla posizione: tra la schiena - dritta, da poter tenere un libro in equilibrio sulla testa - e lo schienale della sedia deve esserci posto per un topino. Tra le gambe e il tavolo deve esserci lo spazio per far accovacciare un gatto. I gomiti sono stretti al torace al punto che, volendo, si potrebbero incastrare due libri. Solo il polso può toccare il tavolo. Evitando prove che portino in sala da pranzo gatti, libri e topi è sempre meglio tenere a mente i consigli tramandati dalla saggezza del passato.

 

Il galateo a tavola: l’ABC

Una volta a tavola, non si inizia a mangiare se non sono seduti tutti i commensali. Il via lo dà la padrona di casa con un cenno della testa. Da sapere: è il cibo che va alla bocca e non viceversa, quindi testa e busto rimangono sempre dritti, si mastica tenendo la bocca chiusa, la conversazione deve essere continua, è bene scegliere temi di interesse per tutti i commensali (non si toccano morte, malattia, religione e problemi personali) e, ovviamente, non si parla con la bocca piena. Da non fare: augurare “buon appetito” - è concesso solo in famiglia o in occasioni molto informali -, soffiare sulle portate troppo calde, tagliare tutto il cibo e poi mangiarlo (si affetta a mano a mano), usare le proprie posate per tagliare pietanze sui piatti da portata, prendere porzioni troppo abbondanti, avanzare, bere con la bocca piena.

 

Mangiare con le mani: le eccezioni

Le mani vanno sempre tenute sul tavolo: pare che questa usanza da galateo nasca dalla pessima abitudine, propria dei tempi andati, di tenere nascoste sotto il tavolo armi da fuoco per usarle al momento buono contro i commensali sgraditi. Sia come sia, con le mani si può mangiare solo i grissini e il pane - che va sempre spezzato e mai tagliato con il coltello -, alcuni tipi di frutta e poco altro. Siete indecisi? Fatevi guidare dalla presenza delle finger bowls (piccoli contenitori per sciacquare le dita, pieni d’acqua e limone). Se sono sul tavolo, significa che verrà servita una pietanza che si può prendere con le mani. In ogni caso, prima di iniziative, osservate la padrona di casa. Inoltre, in caso vogliate rifiutare una pietanza o una bevanda, il cenno delle mani a chi ve la sta offrendo è leggero, non plateale. Laddove vi servite da soli, ricordate di offrire prima agli altri.

 

Posate a tavola: come si usano

Per tutto il resto ci sono le posate, croce e delizia del commensale incerto. Semplificando la memorabile lezione di Pretty Woman, si inizia sempre dall’esterno, usandone una per portata. Importante: nella mano destra, tra il pollice e l’indice, si tiene la forchetta; solo quando si taglia una pietanza (con il coltello, impugnato nella mano destra) si sposta a sinistra, mano che accompagnerà il boccone alla bocca senza che il coltella venga posato sul tavolo o sul piatto. Il cucchiaio si tiene con la mano destra, tra il pollice e l’indice, non va riempito più della metà e non si usa per arrotolare gli spaghetti. Inoltre: una volta che hanno toccato il cibo non vanno più appoggiate sulla tovaglia; non devono mai toccarsi tra di loro - guai a usare la forchetta per pulire il coltello o viceversa -; è assolutamente vietato pulirle con la bocca (vale anche per il cucchiaino dopo aver mescolato il caffè); durante le pause (per la conversazione, per esempio) vanno appoggiate sul piatto nella posizione delle 8 e 20 con le punte che si toccano appena mentre, una volta terminata la portata, vanno invece appoggiate nella posizione delle 18.30 (o delle 16.20), accoppiate, con il manico sul bordo del piatto. Interdetta, se non in famiglia, la scarpetta

 

Tovagliolo, brindisi e fine cena

Capitolo tovagliolo: va aperto, piegato in due e appoggiato sulle gambe con la parte aperta rivolta verso il corpo e la piega verso il tavolo. Ovviamente mai legato al collo. Si usa spesso durante il pasto ma soprattutto prima e subito dopo aver bevuto. Al momento di alzarsi da tavola, si posa a sinistra del piatto.  

A proposito di brindisi: il bicchiere va sollevato all’altezza del viso, il braccio disteso verso il festeggiato e, anche se non si ha intenzione di bere, è necessario bagnarsi simbolicamente le labbra.

Infine, è vietato telefonare, usare gli stuzzicadenti e fumare (è permesso solo se lo accorda la padrona di casa). Non ci sia alza da tavola prima che tutti abbiano concluso e, in caso ci siano necessità particolari, lo si fa con discrezione, chiedendo “con permesso”. E sorridendo, naturalmente, una regola universale che va d’accordo (anche) con quelle del galateo a tavola. Perfino in casa Windosr.

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