Problemi adolescenziali: difficoltà e soluzioni

Adolescenza e problemi sono spesso due termini accostati: come risolverli? Dove deve arrivare l'ingerenza dei genitori? Quando, invece, è meglio lasciare i figli liberi di sperimentare in autonomia? 

Il corpo cambia, il rapporto con gli altri pure e i problemi adolescenziali modificano la percezione: ecco come aiutare i figli a superare il periodo da teen-agers.


Durante l'età dell'adolescenza i problemi sono tanti e spaziano dai cambiamenti fisici a quelli intellettivi, dall'esclusione sociale alla (tanto consequenziale quanto disperata) ricerca di approvazione da parte degli altri, fino ad arrivare a una forma blanda di depressioneCome affrontarli? Ai genitori spetta il compito di fornire un sostegno per rompere quella barriera che improvvisamente si crea tra loro e quella che un attimo prima era una vezzosa principessina con una naturale predilezione per il rosa oppure tra loro e quell'ex angioletto che fino a qualche giorno fa era il cocco di mamma e papà.

Ecco i principali problemi adolescenziali e le loro possibili soluzioni. 

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Adolescenza e genitori: due mondi opposti

L'adolescenza, spiega la psicologia, comporta un allontanamento necessario dai genitori che dovranno lasciare i figli liberi di scegliere in autonomia la propria strada.


Che la mamma sia sempre la mamma è una frase che appartiene alla vulgata popolare ma che è assolutamente sconosciuta al vocabolario adolescenziale. Adolescenti e genitori, si sa, appartengono a due mondi opposti ma - secondo la psicologia - questo non è del tutto un male visto che il processo che porterà i figli a conquistare l'autonomia passa proprio attraverso un rigetto verso quelli che erano i miti dell'infanzia. 

Il consiglio, in questo caso, è quello di evitare i (ridicoli) comportamenti da "amiconi" facendo capire ai figli che, nei genitori, troveranno sempre un appoggio ma - e questa è la parte più difficile - che il papà e la mamma li lasceranno liberi di intraprendere la loro strada fornendogli un esempio ma senza interferire.  

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Problemi dell'adolescenza: il corpo che cambia

Il corpo durante l'adolescenza cambia velocemente e visibilmente, ai genitori spetta il compito di aiutare i figli ad accettarsi.


E se quelle che erano le figure di riferimento durante l'infanzia con l'arrivo dell'adolescenza diventano le prime da mettere in discussione, è anche vero che - contemporaneamente - anche il proprio corpo diventa improvvisamente estraneo. Durante questo periodo della vita, infatti, i cambiamenti fisici sono rapidi e vistosi e spesso creano qualche difficoltà di accettazione. 


Come fare? Il suggerimento è quello di aiutare i figli ad accettarsi, guidandoli nell'acquisto di abiti adatti e magari spronandoli a sperimentare un'attività fisica che dimostri loro che questi cambiamenti sono (anche) positivi perché, ad esempio, gli hanno regalato una forza che prima non avevano. 

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Adolescenza e scuola: le aspettative cambiano

Adolescenza e scuola: in alcuni casi può essere utile accostare ai figli una figura che li sostenga nello studio.


Mentre il corpo cambia e i genitori smettono di essere miti intoccabili pure la vita scolastica ci mette del suo, con un piano didattico che diventa via via più impegnativo e una mole di studio che può lasciare spiazzati quanti fino a un attimo prima erano i migliori della classe senza alcuno sforzo ma che ora, improvvisamente, si trovano a faticare su libri e argomenti sempre più complicati.


In questo caso la partecipazione dei genitori è fondamentale e le possibilità che si prospettano sono sostanzialmente due. Da un lato, infatti, è possibile aiutare personalmente i figli ad affrontare le nuove materie di studio dall'altro, invece, può essere utile accostare loro una nuova figura di riferimento che li aiuti e li guidi.

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Relazioni  sociali

Le relazioni sociali sono uno tra i principali problemi dell'adolescenza ma l'ingerenza dei genitori è fortemente sconsigliata.


Quello delle relazioni sociali è uno dei problemi fondamentali durante l'adolescenza perché i ragazzi smettono di essere bambini e quindi desiderano crearsi un nuovo network con cui condividere attività più "adulte". Un percorso che, ogni genitore lo sa, può essere lungo e difficile ma nel quale è assolutamente bandito l'intervento della mamma e del papà.


Cosa fare, dunque? Assolutamente nulla se non garantire ai ragazzi una quiete familiare che li faccia sentire sempre accolti e protetti. I rapporti che li legano ai loro coetanei, invece, sono qualcosa che riguarda solo loro. E questo è bene capirlo subito: quando e se vorranno rendere partecipe la famiglia lo faranno liberamente e senza obblighi.

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L'adolescenza e l'amore

L'adolescenza è il periodo dei grandi amori e delle cocenti delusioni: ai genitori è chiesto di essere vigili ma non oppressivi.


Tra le relazioni sociali, poi, merita un cenno specifico il mondo adolescenziale delle relazioni sentimentali. Con il corpo che cambia e gli interessi che diventano via via più adulti, infatti, è possibile che gli ex piccoli di casa mostrino una particolare simpatia verso un coetaneo o una coetanea iniziando a frequentarlo più assiduamente e intrecciando un legame amoroso. 


Come reagire a questo cambiamento importante? L'adolescenza, si sa, è il periodo dei grandi amori e delle (apparentemente) insuperabili delusioni. In questo caso ai genitori è richiesto di assumere un comportamento vigile ma non oppressivo: in pratica, cioè, è inutile fare una scenata per un succhiotto mentre è fondamentale essere sempre attenti alle abitudini che possono rivelarsi pericolose (tra cui anche il sexting).

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Depressione in adolescenza: l'importanza dell'intervento 

La depressione in adolescenza deve essere riconosciuta e curata il prima possibile con l'ausilio di uno specialista.


Se nella maggior parte dei problemi adolescenziali l'intervento dei genitori è sconsigliato, la depressione in adolescenza rappresenta l'eccezione a questa regola generale. L'insieme dei cambiamenti cui il giovane è sottoposto, infatti, spesso si risolvono in un po' di malinconia e in qualche scenata ma capita che sfocino in una vera e propria depressione che deve essere riconosciuta e curata il prima possibile.


Come fare? In primo luogo è necessario riconoscerne i sintomi (i più evidenti sono: perdita di interessi, insonnia, irritabilità, aggressività, tristezza prolungata) e capire se questi sono appannaggio di una singola sfera della vita del ragazzo (famiglia, scuola, attività sportiva). Una volta considerato questo si dovrà osservare la durata: convenzionalmente quando questi segnali si protraggono per più di due settimane è consigliabile intervenire chiedendo l'ausilio di uno specialista.

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Adolescenza, età (anche) di bulli e carnefici

Gli episodi di bullismo (e cyberbullismo, tristemente noto nelle cronache di oggi) richiedono un'intervento immediato dei genitori.


Un'altra occasione nella quale l'intervento dei genitori è fortemente consigliato è quella nella quale i figli sono vittime (o carnefici) in episodi di bullismo. Proprio durante l'adolescenza, infatti, il bullismo è più frequente e anche se i giovani raramente confidano ai genitori la situazione che stanno vivendo, è indispensabile che le mamme e i papà prestino attenzione ai segnali involontari che i ragazzi inviano. 


Riconoscere le vittime, sicuramente, è più semplice: chi è vittima di bullismo (o cyberbullismo) prova infatti evidenti stati di ansia, depressione e bassa autostima e può arrivare al punto di non voler più frequentare determinati ambienti. In questo caso i genitori devono intervenire il prima possibile. 

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Adolescenza, problemi (ma anche soluzioni)

L'adolescenza è anche il periodo delle grandi amicizie con le quali il figlio forma la sua personalità.


E veniamo, finalmente, al lato positivo dell'intera vicenda perché se è vero che l'adolescenza porta tanti problemi è vero anche che non è (del tutto) avara di situazioni felici. L'adolescenza, infatti, è anche il periodo del "migliore amico" o della "migliore amica", il periodo durante il quale l'individuo si forma grazie allo scambio con gli altri e - nella maggior parte dei casi - con un altro (o un'altra), la best friend appunto, che diventa un consulente, un esempio ma anche un alleato nella "lotta" quotidiana contro i problemi adolescenziali. 


In questo caso sarà direttamente il figlio a voler rendere partecipi i genitori dell'importanza che questa persona ha assunto nella sua vita di tutti i giorni. Questo non vuol dire, ovviamente, che il suo massimo desiderio sarà quello di organizzare tè pomeridiani tutti insieme ma, quantomeno, regalerà alle mamme e ai papà la certezza di aver sempre a portata di mano il numero di telefono di qualcuno che - nel 99% dei casi - sa dove si è andato a cacciare il figlio (e se sta bene). 

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Problemi di adolescenza, c'è una certezza

"L'adolescenza - spiega il Vocabolario Garzanti - è quel periodo della vita umana che va dai dodici ai diciotto anni circa" quindi, poco ma sicuro, è destinata a finire.


Lo assicura il Vocabolario Garzanti della Lingua Italiana: l'adolescenza non durerà per sempre trattandosi di quel "periodo della vita umana, compreso tra i dodici e i diciotto anni circa". E anche se il "circa" conclusivo può creare qualche scetticismo è senz'altro vero che, prima o poi, anche il periodo dei problemi adolescenziali, dei grandi amori e della ribellione tout court è destinata a finire lasciando gli ex bambini (e, al quel punto, ex adolescenti) pronti ad affrontare la vita adulta. 


Una vita che porterà loro sempre maggiori responsabilità, sempre più impegni, sempre più stimoli e sempre più interessi. Una vita che, magari, un giorno li renderà genitori. Di un figlio che, prima o poi, sarà a sua volta adolescente e li vedrà "dall'altra parte della barricata" ad affrontare gli stessi problemi adolescenziali, con una nuova consapevolezza (e forse un mezzo sorriso).

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