Frutto del drago (Pitaya): cos'è?

Il frutto del drago (chiamato anche Pitaya) cresce su una pianta che appartiene alla famiglia delle Cetacee, scopriamo tutto ciò che c'è da sapere su origini e usi. 


Il frutto del drago contiente una polpa dalla consistenza morbida.


Il frutto del drago noto anche come dragon fruit o più semplicemente pitaya cresce su una pianta grassa originaria dei paesi tropicali. Le sue origini si fanno risalire ai popoli precolombiani che più di 2000 anni fa nelle regioni messicane e delle Ande settentionali facevano di questo frutto una parte integrante della loro dieta. Da queste regioni fu esportato poi in Asia, per essere precisi in Cina, dove si diffuse la leggenda che fosse un uovo di drago. 
In Italia non è di facile reperibilità, è infatti quasi certamente impossibile trovarlo nei nostri supermercati. 
Per quanto riguarda le sue caratteristiche il pitaya può avere la buccia - non commestibile - rossa o gialla, ma in entrambi i casi la sua consistenza sarà coriacea. Se l'esterno è duro, la parte interna risulta essere morbida e di colore biancastro con dei piccoli semini neri. Per quanto riguarda il sapore risulta essere dolce e ricorda alla lontana quello del kiwi

Come mangiare il frutto del drago 

In giro per il mondo è possibile gustare questo frutto in differenti maniere. La maniera più semplice per mangiarlo è eliminare la buccia, estrarre la polpa con un cucchiaio, tagliarla a pezzettini, oppure possiamo utilizzarlo per arricchire una buona insalata di frutta.
In alcuni paesi una delle preparazioni più diffuse è lo spiedino: infilzate con dei lunghi stecchini dei pezzetti di pitaya alternati al kiwy e scaldate il tutto su una piastra rovente.
Se quest'alternativa non vi stuzzica provate allora a gustare un ottimo cocktail ottenuto miscelando polpa di frutto del drago con acqua e limone: otterrete un'ottima bevanda, fresca, dolce e dissetante. 

Copyright foto: lucato /123RF
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