Le Iene-Marocco: la prostituzione minorile costa l’espulsione all’inviato
La polizia marocchina ha interrotto un servizio sulla prostituzione minorile de Le Iene in trasferta a Marrakech: il materiale è stato sequestrato, l'interprete arrestato e la troupe espulsa.
L’inchiesta sulla prostituzione minorile in Marocco è costata cara a Le Iene: una decina di agenti della polizia ha fatto irruzione nel bel mezzo delle riprese in un appartamento di Marrakech, ha arrestato l’interprete (“non sappiamo nulla di lui”), sequestrato le telecamere e i file delle interviste e accompagnato la troupe all’aeroporto. A raccontarlo è Luigi Pelazza, inviato della trasmissione Mediaset che, dopo giorni di riprese anche con telecamere nascoste, si è ritrovato insieme al suo operatore, Mauro Pilai, con un foglio di via in mano.
“Abbiamo raccolto molto materiale - spiega Pelazza al telefono ai media italiani - su un grande giro di prostituzione minorile con ragazzi e ragazze di 13 e 14 anni pagati 300 o 400 euro per avere rapporti sessuali. Una rete che coinvolge non solo turisti occidentali ma anche turisti arabi e personaggi locali”. Materiale che probabilmente il pubblico italiano non vedrà mai dal momento che ora è nelle mani degli inquirenti marocchini.
“Ci hanno accusato di aver filmato i minori senza consenso - aggiunge l’inviato -. L'obiettivo però era quello di sequestrare il materiale video e la nostra attrezzatura, e così hanno fatto” prima di accompagnarli allo scalo marocchino, dove hanno passato la notte, e sottoporre dei fogli da firmare: “Ci hanno chiesto di firmare documenti in francese ma ci siamo rifiutati in assenza di funzionari dell'ambasciata italiana”. Tanto più che “non abbiamo avuto la possibilità di parlare né di incontrare funzionari o interpreti dell'ambasciata italiana”.
Insomma, “non sappiamo nulla del nostro futuro”, concludeva Pelazza al termine di una giornata dalle conseguenze che si preannunciano complicate.