Vignetta Boschi: Lo stato delle cosce che fa discutere
Uscita su "Il Fatto", la vignetta di Riccardo Mannelli che raffigura Maria Elena Boschi con le gambe accavallate ha scatenato un putiferio. Ecco il sessismo dell'estate 2016.
La vignetta al centro delle polemiche: Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, ha le gambe accavallate e il microfono in mano. Titolo: Lo stato delle cosce. Autore: Riccardo Mannelli, lo stesso che “Formigoni lo avevo messo in braghe”, si difende su Radio Popolare, rimandando ai mittenti le accuse di sessismo. “Se fosse stato un uomo… È una vita che li metto nudi, vestiti, cicioni, o nani… Se sono uomini va bene…”. Vero, il fatto è il linguaggio delle donne è un po' diverso e anche che gli uomini non devono fare i conti con un maschilismo che si traduce in stipendi più bassi quando va bene, violenza e omicidi quando va male. Per dirla in gergo, la satira dei tempi che corrono spara sulla Crocerossa.
Tant’è, la frittata è fatta è Mannelli è sulla bocca di tutti. Tanto più che la vignetta è uscita il giorno dopo le polemiche per il titolo sulle “cicciottelle azzurre”, costato caro a Giuseppe Tassi, direttore di Qs Quotidiano Sportivo: “Io vorrei sapere perché quello del titolo sulle cicciottelle viene licenziato - si chiede Mannelli -. Le donne intelligenti che conosco e sono tante, ridono di queste cose… dovrebbero sorridere e basta, non dovrebbero prendersela perché non ci sono discriminazioni”.
Sarà, di certo questa non è un’estate per donne. Non lo è stata per Virginia Raggi, neo sindaca di Roma, prima apostrofata “bambolona imbambolata” da Vincenzo De Luca, governatore campano e poi immortalata sul balcone di casa, in pigiama, con i capelli spettinati, mentre scrolla il tappeto del figlio. E non lo è stata nemmeno per Laura Boldrini, presidente della Camera quando sul palco della festa del Carroccio, Matteo Salvini ha esibito una bambola gonfiabile presentandola come “la sosia della Boldrini”. Un exploit che la diretta interessata ha ignorato, a differenza della vignetta sulla Boschi, a cui ha risposto con un tweet: “Uomini basta sessismo, siamo nel 2016. Rinnovatevi anche nella satira. Solidarietà alla ministra Boschi". Un invito che il genere maschile potrebbe cogliere. Magari prendendo spunto dal presidente Obama che, congedandosi dalla Casa Bianca, ha dichiarato in un’intervista a Glamour: “È importante che il loro papà sia un femminista perché ora è quanto si aspetteranno da ogni uomo”. Anche da quelli che fanno satira per professione e su cui Aristofane avrebbe da ridire.