Disastro ferroviario in Puglia: Samuele (e gli altri bambini)
Tra i sopravvissuti all'incidente ferroviario in Puglia c'è Samuele, 6 anni. Dormiva abbracciato alla nonna. Tra le vittime c'è una bimba ritrovata abbracciata alla mamma.
C’è Samuele, sei anni, vivo. E c’è la bimba ritrovata abbracciata alla mamma, morta. E poi ci sono gli orfani. Come la figlia di Patty, Pasqua Carnimeo, 30 anni: anche se lei, la piccola di due anni e mezzo, su quel treno non c’era, per tutta la vita qualcosa la porterà là dov’era seduta la sua mamma che il 12 luglio ha perso la vita insieme ad altre 22 persone.
Tra loro c’è Donata, la nonna di Samuele, che lui cercava disperato nel silenzio assordante e disperato che segue una tragedia. Stavano ritornando a Milano dopo una vacanza: il piccolo stava dormendo tra le braccia della nonna, l’impatto li ha separati. Lei non ce l’ha fatta, lui è stato tra i primi ad essere trovato dai soccorritori. Urlava, le lamiere gli schiacciavano il petto impedendogli di respirare. È vivo grazie a loro, eroi semplici che sanno che per tranquillizzare un bambino basta un cartone animato lanciato sul cellulare. La sigla di casa, l’illusione che sia stato un brutto sogno, un brutto film alla tv.
E invece no, è tutto vero. È un incubo diurno e senza fine, fatto di sketch “che non si possono raccontare”, come ha commentato una delle due soccorritrici delle Croce Rossa che per prime sono arrivate tra gli ulivi tra Corato e Andria - dove si sono scontrati frontalmente i due treni pugliesi che viaggiavano in direzioni opposte - e sotto un albero hanno trovato una mamma sdraiata sul fianco sinistro che teneva abbracciata la sua piccola. “Non c’era più niente da fare” raccontano con voce spezzata, impotente.
La strage per le vite dei familiari
Come impotente sarà il marito di Patty, l’estetista 30enne che dopo il matrimonio si era trasferita ad Andria ma non aveva smesso di lavorare a Bari, la città dov’era nata e dove pendolava tutti i giorni. Anche quel maledetto 12 luglio 2016. Impossibile immaginare lo strazio di quel giovane uomo, marito, padre, che da solo dovrà crescere la loro piccola e da solo dovrà spiegarle, un giorno, dove e perché e come la sua mamma è morta.
Le altre vittime in Puglia
In 23 vite che non ci sono più, ci sono le storie di quell’Italia costretta ad andare piano senza nemmeno andar lontano. Un’Italia fatta di persone come noi, come i nostri amici, i nostri parenti: un 15enne che d’estate studia per recuperare le materie - Antonio Summo -, un 19enne che va a trovare un’amica - Francesco Ludovico Tedone -, un dirigente di polizia che torna dalle vacanze - Fulvio Schinzari -, un nonno emigrato al Nord che scende al Sud per il compleanno del nipotino - Enrico Castellano -, un universitario che lavora per pagarsi i libri - Gabriele Zingaro -, una giovane promessa sposa - Jolanda Inchingolo -, una donna che lavora all'Oratorio - Alessandra Bianchino - e un’altra - Maria Aloysi - che torna a casa dopo aver assistito la madre anziana, un agente di commercio che ne tempo libero fa l’allenatore di calcio - Salvatore Di Costanzo -, un padre che va all’aeroporto per tornare al lavoro dopo aver salutato la moglie e la figlia, rimaste in vacanza - Maurizio Pisani -, due macchinisti - Luciano Caterino e Pasquale Abbasciano -, un capotreno - Albino De Nicolo - una madre, una figlia, abbracciate.