Bud Spencer-Maria Amato: il Gigante Buono e la donna minuta

Maria Amato è la donna che dal 1960 fino al 27 giugno 2016 è stata la moglie di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer: tre figli e una vita insieme ecco come racconta il Gigante Buono.

Marito fedele, Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, non è mai andato nemmeno a prendere un caffè con un'attrice.

Maria Amato Pedersoli, la moglie di Bud Spencer

La moglie del Gigante Buono è una donna minuta. Si chiama Maria Amato, nel 1960 ha sposato Bud Spencer anche se lei l’ha sempre chiamato Carlo Pedersoli, il vero nome dell’uomo che in 86 anni, di vite ne ha vissute più dei gatti. Sempre al fianco di Maria, però. Perché nonostante il fascino eclettico del Bud che vince medaglie alle Olimpiadi di nuoto, che studia chimica all’università (è il più giovane di quell'anno), che scrive canzoni per Ornella Vanoni, che firma documentari per la Rai e infine diventa uno degli attori più amati del cinema (non solo) italiano, nulla l'ha mai distolto dalla sua Maria. “Non sono mai andato nemmeno a prendere un caffè con un’attrice — confessava nel 2015 a un’intervista al Corriere della Sera  —. Si può sbagliare, ma quando ti rendi conto che chi ti sta a fianco ti riempie la vita, allora la devi rispettare”.

 

Il matrimonio e i figli, Giuseppe, Christiana e Diamante Pedersoli

E così è stato: insieme, una vita, Maria e Carlo. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Giuseppe Pedersoli, il primogenito classe 1961, che il 27 giugno 2016 ha dato la notizia della morte del papà, Christiana, di un anno più giovane e Diamante, classe 1972, che diverrà anche lei un'attrice e lavorerà al suo fianco col nome d'arte Diamy Spencer. Insieme, fino alla fine, prendendosi cura uno dell’altra, Maria e Carlo. Come quella volta, nel 2014, che lei “Mi ha salvato, forse non prevedendolo” confessava ironico poco più di un anno fa lui, ricordando il brutto episodio. “Ha capito che qualcosa non andava e mi ha costretto ad andare dal medico”. Quella volta Bud se l’è vista brutta. Ma grazie a Maria, - “La chiamo il mio carroarmato” -, l’ha potuta raccontare. A dire il vero, quella è stata l’occasione in cui Bud ha fatto i conti con i suoi anni: “Più che altro ha avuto la rivelazione di essere vecchio - controbatteva lei -: fino a un giorno prima non lo sapeva” visto che “ogni tanto dice: andiamo a fare una corsetta? E gli rispondo: ma dove vuoi andare, a ‘mbecille”.

Maria e Bud erano così, come l’acqua e il vino, oltre gli stereotipi. “Non è il marito che ti porta a cena e ti regala rose - spifferava lei -. Anche il nostro viaggio di nozze è durato tre giorni…”. Così come non era il marito delle dichiarazioni: “Mai dire: lei, o lui, mi ama. Non è quello che conta e tanto non lo saprai mai. Io sono innamorato, questo so e questo mi rende felice”, confessava lui che, al massimo ha osato un “Ti amo e grazie che esisti. E basta”, del tutto certo, però, che Maria lo ha ricambiato finché ha esalato l’ultimo respiro. 

Lei che “non ho avuto donne rivali, ma motori” e raccontava dell’amore di Bud per tutto ciò andasse a scoppio: “Abbiamo avuto anche un rimorchiatore: amava andare in cantiere, la puzza delle officine gli sembrava nettare”. Lei, che alla domanda se Carlo fosse stato un buon marito, rispondeva: “Non classico, nel bene e nel male. È una persona per bene. La sua vita se l’è goduta abbondantemente. È stato fortunato e ha saputo correre onestamente la sua avventura”. Lei, moglie di quell’uomo che non voleva dare giudizi di sé: “Glielo dico dopo, quando mi chiama nostro Signore. Cambio di continuo per via delle mie curiosità. L’aldilà è tra queste. E se arrivo lì e non c’è niente... se arrivo lì e non c’è niente allora mi arrabbio”. Lei, che oggi, più di tutti noi, sente un vuoto grande così, quello lasciato da Bud, il Gigante Buono. Il suo Carlo, suo marito per 56 anni.

 

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