Trapianto di fegato
Il trapianto di fegato può essere proposto solo per tumori di piccole dimensioni. I risultati sono incoraggianti e il tasso di recidiva a 5 anni è di circa il 15%. Purtroppo i tempi di attesa sono molto lunghi, data la carenza dei donatori.
Definizione
Esistono diversi tipi di trapianto di fegato. Il trapianto ausiliario del fegato consiste di trapiantare la metà del fegato senza prelevare il fegato malato del paziente. Questo tipo di trapianto è indicato soprattutto in caso di malattia epatica grave, come l’epatite fulminante, quando i medici stimano che il fegato natio del paziente può ancora guarire. Un obiettivo a lungo termine è quello di rimuovere la parte innestata, se il fegato del paziente è in grado di guarire. Il ritiro dell'innesto consente di interrompere la terapia immunosoppressiva.
Diagnosi
Il trapianto del fegato è consigliato in caso di cancro epatico, cirrosi con insufficienza grave delle cellull del fegato, cirrosi secondaria ad un’epatite, generalmente l’epatite B o C. Se il bilancio epatico risulta perturbato, il trapianto viene indicato dal medico, in generale dal gastroenterologo, in funzione ai risultati degli esami effettuati, quando il fegato risulta quasi non più funzionante. Il trapianto è consigliato in caso di stadio avanzato della malattia, quando vengono valutati alcuni criteri clinici e biologici dati dai punteggi della classificazione di Child-Pugh.
Trattamento
Il trapianto viene effettuato dopo un lungo processo. Per prima cosa bisogna trovare un donatore d’organi, compatibile con il ricevente. Il trapianto costituisce un’operazione chirurgica pesante, che vede impiantare il fegato sul ricevente. Il principale rischio presentato da questo tipo di intervento è il rigetto del nuovo fegato nel corpo del paziente. Per questi motivi, all’operazione segue un trattamento di immunosoppressori mirati a minimizzare questo rischio.