Sifilide: quali sono i rischi?

Sifilide: una malattia cui prestare sempre attenzione perché, nonostante la sua lunga storia, è ancora in grado di colpire. Ecco perché.

Sifilide, una complessa malattia trasmessa sessualmente, di cui si parla fin dai tempi di Cristoforo Colombo.


Sifilide, malattia complessa e causata da un batterio, che è stata scoperta, o meglio per la prima volta diffusa nel mondo, proprio con l'arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe. Ecco cosa c'è da sapere.

La storia

Si tratta di una infezione, trasmessa sessualmente come altre pericolose malattie, causata dal batterio Treponema pallidum. Se ne parla già nel 1500, iniziò infatti a diffondersi proprio dopo i primi viaggi degli spagnoli nelle Americhe, anche se la sua incidenza iniziò a calare, secondo i dati, nel corso dell'Ottocento, per poi esplodere di nuovo dopo la seconda Guerra Mondiale. Oggi è tornata a farsi sentire, nonostante l'evoluzione diagnostica e terapeutica: dopo l'Aids è l'infezione a trasmissione sessuale con il più alto tasso di mortalità.

Cos'è

Si tratta essenzialmente di una infezione genitale, con ulcere ed escoriazioni. Il rischio di questo tipo di sintomi è proprio il fatto che facilitano la trasmissione dell’Hiv. Se non trattata, la malattia può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e morte. La diagnosi si fa attraverso un semplice test, tramite esame del sangue, mentre la terapia antibiotica permette un buon trattamento ad elevata efficacia.

Sintomi

I primi sintomi si manifestano, spiega l'Istituto Superiore della Sanità (Iss), tra i 10 a 90 giorni dall'infezione con prime ferite consistenti, tonde, indolore nel punto in cui avviene l’infezione batterica: dura 3-6 settimane e guarisce da sola, ma se non è trattata, evolve verso lo stadio secondario. Sempre nella prima fase, una piccola piaga rossa può comparire a livello genitale. Durante lo stadio successivo compare una eruzione cutanea, con prurito. Altri sintomi sono febbre, ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, alopecia a chiazze, cefalea, calo di peso, stanchezza. Quando la malattia avanza, iniziano i danni agli organi interni e neurologici.

Trasmissione

La sifilide si trasmette tramite rapporti non protetti anali, orali o vaginali: meglio sempre usare il preservativo. Non si trasmette invece per via indiretta, con l'uso di stoviglie o indumenti.
Può essere anche trasmessa dalla mamma al feto, causando il decesso in utero o una nascita di un bambino con sifilide congenita. Il rischio di trasmettere al feto la malattia, secondo quanto segnalato dall'Iss, dura quattro anni, quindi per quattro anni dall'infezione le gravidanze sono a rischio.

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