Christian Dior e l’alta moda indossabile
Christian Dior alla Paris Fashion Week per la prima volta in passerella dopo l'addio di Raf Simons con una collezione portabile e femminile ma poco magica.
Christian Dior inaugura l’era post Raf Simons nella Parigi dell’Alta Moda. Dopo l’addio del direttore creativo lo scorso autunno, infatti, ecco il nuovo fischio d’inizio in passerella per la maison francese che, affidandosi al team stilistico interno, porta in scena una femminilità classica, elegante e – finalmente - libera. Largo così ai tessuti impalpabili, alle (immancabili) scollature e alle trasparenze che animano tailleur e abiti dal taglio ancora austero ma, per una volta, estremamente portabile.
E sul catwalk non mancano nemmeno i capi simbolo della griffe, dal tailleur Bar all’abito da cocktail declinato sul nero assoluto ma impreziosito da luminosi dettagli a contrasto. Non solo, però. Il team di creativi lavora anche sui dettagli iconici, proponendo inedite fioriture a partire dai ricami di fiori che sono tipici di Christian Dior, ma lo fa seguendo un fresco vento di modernità che esplode nei tagli asimmetrici e svela una femminilità provocante mai esplorata prima.
Il risultato è una collezione senz’altro contemporanea e molto indossabile che, però, non ha – almeno apparentemente - la patina magica dell’haute couture e dunque rischia di profumare troppo di prêt-à-porter rinunciando al rischio a vantaggio della praticità. I tempi fiabeschi del Giardino dell'Eden sono lontani ma resta un dubbio: è necessariamente un male?
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